Jazz ok, ma a chi dà fastidio?


L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Anche se le premesse non mi piacciono devo premettere che ho grande simpatia per Pescara e per i Pescaresi, malgrado qualche giovanile reminiscenza legata alle scaramucce che mezzo secolo fa accompagnavano le partite di calcio tra L’Aquila e Pescara (alle quali partecipavo attivamente, alle scaramucce intendo). Simpatia dovuta al fatto che Pescara è innegabilmente una gran città, viva ed operosa, abitata da bella gente ed ottime persone.

Valutazione questa conslidatasi quando, ben prima del 6 aprile famoso, ho avuto modo per lavoro di frequentare a lungo Pescara ed i Pescaresi.
Resto quindi a dir poco sconcertato dalla prese di posizione del Sig. Masci, che sembrerebbe temere che la recente kermesse jazzistica svoltasi a L’Aquila possa in qualche modo togliere ossigeno a quella ben più datata e rinomata che da decenni ha luogo a Pescara.
Il tutto sulla base delle dichiarazioni di Franceschini che ne avrebbe assicurato, a nome del governo (e questo per inciso è un bel problema…..) repliche anche per il futuro.
Sinceramente non seguo il jazz e ignoro pertanto chi siano e da dove provenissero le persone che hanno affollato le vie de L’Aquila per qualche ora. Magari si potrebbe anche pensare che un buon 70/80 % fossero aquilani e residenti nel circondario, nonchè esuli causa terremoto tornati per passare una serata lieta nella propria città.
Come sono certo che a nessuno è passata per la mente l’idea di fare uno “sfregio” a Pescara ed al suo famosissimo e quotato festival.
Ma dicevamo della “serata” aquilana e quasi dimenticavo di aver letto da qualche parte che si è svolta grazie a centinaia di musicisti, decine e decine di concerti, tante postazioni e 12 ore ininterrotte di note, … davvero “una Woodstock del Jazz”, come l’ha ribattezzata il ministro dei Beni culturali e del turismo…. “..Un evento
unico per la musica italiana e internazionale, che per un giorno ha riunito grandi maestri e nuovi talenti, band e orchestre, ovvero “Il jazz italiano per L’Aquila”, tutti insieme e a titolo gratuito (forse è questo “gratuito” da noia) in una maratona di concerti con gran finale in Piazza Duomo….”.Facendo si che per 12 ore si sia provato a ridare un a parvenza di vita normale a L’Aquila, perchè questa è la realtà.

Piuttosto sarei curioso di sapere se chi si irrita trovi invece normale che il governo italiano abbia contribuito con qualche milioncino di euro ( questi sicuramente cacciati fuori dai contribuenti) per la realizzazione dei giochi sulla spiaggia recentemente svoltisi a Pescara malgrado qualche fastidiuccio determinato dall’inquinamento, “discontinuo” per carità, dell’acqua che lambisce la spiaggia medesima e nella quale dovevano sguazzare gli atleti.

L’unica certezza è che difficilmente Franceschini potrà attivarsi per realizzare anche nella città di Federico avvenimenti sportivi di carattere “sabbioso/acquatico”.

Ci sarebbe infine da aggiungere qualcosa, che con il jazz non c’entra nulla, e mi da un fastidio enorme parlarne ma devo.
Dopo il terremoto, del quale anche provo fastidio a parlare, è stato ideato una sorta di “brand”, quello del “cratere sismico”, magari con le migliori intenzioni, ma, sta di fatto che con la storia del cratere parte del denaro, proveniente da ogni dove e destinato alla ricostruzione, è finita pure in zone, magari anche non lontane dal mare, nelle quali del terremoto a mala pena sarà arrivato il “rumore”,e forse mi sbaglio e se così fosse chiedo umilmente scusa, ma non ricordo che dalla città adriatica si siano levate voci in proposito, alla faccia del fatto che cratere o non cratere il 6 aprile del 2009 la “botta” insieme alle centinaia che l’avevano preceduta ed a quelle che l’hanno seguita, ha massacrato il circondario de L’Aquila e L’Aquila stessa e tantissimi paesi e paesini della provincia, con crolli e centinaia di morti nonchè di feriti gravi. Oltre alle migliaia di persone, che hanno dovuto tentare di organizzarsi una nuova vita (?) lontano, e che magari l’altra sera, in gran numeroi stavano in giro per L’Aquila a sentire sax, batterie ed emuli di Louis Armstrong. Per una sera, anzi per 12 ore.


08 Settembre 2015

Categoria : Dai Lettori
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