Un albergo al posto… delle poste, caos attorno al nulla
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Passa quasi in secondo piano la notizia, che poi tutti già conoscevano da un pezzo, della probabile realizzazione di un Hotel a piazza Duomo, dove c’era il palazzo delle poste. Motivazione: i “molisani” che hanno comprato “vorrebbero realizzare degli appartamenti, ma senza servizi chi andrà ad abitare il centro? Al massimo potremmo consentire la realizzazione di un albergo, quindi una destinazione ricettiva”, sembrerebbe aver dichiarato l’assessore Di Stefano.
Insomma, dove c’era l’ISEF su viale Crispi adesso c’è il Gran Sasso Science Institute, che con tutto il rispetto è tutt’altro rispetto ad un istituto scolastico frequentato quotidianamente da centinaia di giovani, delle altre migliaia di studenti di ogni ordine e grado, che prima con la sola presenza davano vita alla città, non c’è che il ricordo, delle centinaia di botteghe di ogni tipo che sia su piazza Duomo che nei vicoli adiacenti pullulavano di gente aquilana e forestiera neanche l’ombra.
Però si farà un bell’albergo vicino a San Massimo, sperando che i “molisani” si accontentino.
Bella questa idea della nuova città che ben lungi dal somigliare anche approssimativamente a quella che era stata per secoli, anzichè essere stata magariri/pensatada un genio dell’architettura, magari anche conoscitore della storia e delle abitudini locali, viene decisa a pezzi e bocconi dal primo che compra un sito.
Intanto mentre da analisi piuttosto approfondite pare che a L’Aquila tra breve ci sarà una disponiblità di vani abitativi che potrebbe coprire il fabbisogno di 130.000 persone (cioè quasi il doppio dei residenti prima del 6 aprile famoso) e nessuno spiega chi le abiterà, queste benedette abitazioni visto che chi è andato via, migliaia di persone, qui non tornerà di certo, continuano ad aprire bar, vinerie e pub, roba che neppure a Treviso ………..
Nel frattempo, anche se con l’albergo a piazza Duomo non c’entra nulla, a L’Aquila, tutto ciò che non è interessato da adunate, processioni, sagre con spari al seguito come da copione, è in malora.
Strade simili a mulattiere, caditoie intasate, erbacce che coprono i marciapiedi alla vista di chi dovrebbe passarci, e spettacoli penosi, come la maxi pedana in cemento armato realizzata a dieci metri dal comune nel mese di maggio, quando vennero gli alpini, che resta li ad ostruire metà sede stradale su via Roma senza nessuna giustificazione.
Stai a vedere che la stanno “stipando” per il giubileo.
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