Visita Renzi, la prossima volta chiamino uno bravo…
L’Aquila – Visita Renzi. Sarebbe stato meglio dare la settima bufala e non farla. Il problema sta nel manico, come sempre: qualcuno aveva pensato di poter portare il premier Renzi ai Quattro Cantoni, tra la gente, per una passeggiata in centro, con l’abituale codazzo di politici ansiosi di telecamere. Chi stato questo qualcuno, rinunciamo a saperlo, ma non a dire che la prossima volta se ne stia a casa.
La visita del premier è nata male (sei annunci fasulli), è stata congelata in attesa di momenti favorevoli ed è riuscita, alla fine, una vera fetecvchia. La gente non sa nulla dei sei miliardi per L’Aquila e della legge per la sua ricostruzione, che nessuno conosce. Sa invece che l’anno scolastico ricomincia senza scuole, che la ricostruzione privata va avanti con una lentezza desolante, che i tanti cantieri di opere pubbliche annunciati non ci sono. Sa che tutto si muove male e lentissimamente e che L’Aquila e i suoi dintorni sono contrade avviate allo spopolamento. Nessuno può chiedere sorrisi ai cittadini, perché tutto, ma proprio tutto, va avanti tra guai e problemi infiniti. Un simbolo di questo disastro è la storia della Accord Phoenix, che da anni non riesce ad aprire.
Renzi forse avrebbe meritato qualche consenso, visto che è con lui che dovrebbero arrivare i soldi. E la legge mirata per una ricostruzione più snella e pulita. Ma nessuno aveva previsto i no-Ombrina, mentre qualcuno si aspettava (sbagliando) contestazioni per il mare abruzzese diventato unas palude di veleni e feci.
Insomma un broviglio di improvvisazioni, approssimazioni, incompetenze, e un risultato poco utile a tutti. Tafferugli, manganellate, insulti, lacrimogeni, una poliziotta ferita al volto. Nessun denunciato e nessun arrestasto. Davvero strano, con i mezzi di cui dispongono le forze dell’ordine.
Un’altra pagina di squallore scritta nel balbettante, febbricitante post-sisma aquilano. Nel quale, oltre a tutti i problemi diciamo quotidiani e della politica, ogni tanto spuntano impressionanti inettitudini.
Durante la giornata, la ciliegina: Renzi si sarebbe scusato per le sue battute sul calcio e su Teramo. E poi l’ovvio: si indfaga sui fatti accaduti durante i disordini e sulla vicenda della poliziotta ferita. Insomma non ne va bene una: ma non doveva essere un evento serio e su temi seri? E se davvero c’erano degli infiltrati facinorosi, chi doveva tenerli d’occhio per tempo? Non trattandosi di una manifestazione oceanica, forse si sarebbe potuto agire senza grandi difficoltà …
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