Non parlare al conducente e non fare regali al dipendente…
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Nelle osterie di una volta c’era un cartello che recava scritto.” La persona educata non bestemmia e non sputa per terra”. A parte il fatto che in grado di vedere il cartello si presume fossero solo gli avventori al momento dell’entrata, e non è neppure certo, non so perchè ma tutto ciò mi è venuto in mente nel leggere che in Italia nelle amministrazioni pubbliche di ogni genere ed importanza c’è addirittura una norma scritta, facente parte nientemeno che di un codice etico/comportamentale, che sancisce il divieto per i dipendenti di accettare doni di valore superiore ai 150 euro.
Soffocare l’ilarità che una tale notizia procura è veramente dura perchè intanto mi chiedo se i p.o. (una volta era la sigla di “probabili olimpici” mentre qui sta per possibili omaggiati”) nell’eventualità che qualcuno si presenti “bussando con i piedi” debbano dopo il saluto di rito chiedere anche lo scontrino per verificare il costo del “presente”.
Poi vorrei sapere se è ancora in vigore quella simpatica abitudine in virtù della quale nei rapporti di lavoro di natura “sinallagmatica” , trattandosi di contratti a prestazioni corrispettive, a fronte del lavoro stesso c’è una retribuzione, abitualmente mensile, perchè se così fosse sembrerebbe che chi lavora è già pagato dal datore di lavoro, quindi scene tipo quella dei capponi nei “Promessi sposi” non sono plausibili.
E si, perchè se tanto da tanto, è lecito pensare che ad esempio davanti ai confessionali in chiesa compaia una bella targhetta con su scritto:” Il confessore
è tenuto a mantenere il segreto” oppure.
Ma a parte gli scherzi, che poi sono scherzi fino ad un certo punto perchè pare sia vero, quel che mi da fastidio come contribuente, come cittadino, è il fatto che ad esempio nei ministeri, nelle ASL, nelle amministrazioni provinciali e comunali, ci sia qualcuno che invece di pensare alle pratiche ed al lavoro connessi con l’ente in cui operano, abbia tempo da dedicare anche alla verifica sui prezzi degli eventuali regalini ed al controllo sull’osservanza del codice etico.
A proposito due domande. La prima è: ma se uno ad esempio riceve 10 kg di salsicce del valore di 100 euro e una bottiglia di vino del valore di 51 euro, che fa, restituisce al donatore una salsiccia per scendere a 149 euro?
E la seconda: se il giorno dopo gli riportano la salsiccia decurtata precedentemente, può accertarla o fa “cumulo” con quelle già digerite?
Franco Taccia
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