La vera ermergenza abruzzese è il mare inquinato
L’Aquila – Il 2015 è in quasi tutta l’Italia la ripresina – anche grazie al caldo torrido – del turismo balneare. Che qualche segnale di salute lo starebbe dando anche in Abruzzo, considerando i dati positivi del Ferragosto. Affluenza buona sia al mare che nell’interno, persino a L’Aquila, dove le rovine continuano ad attirare. Tutto lascerebbe spazio ad un pizzico – finalmente – di ottimismo, se non avessimo avuto la catastrofe ambientale del mare sporco. Con brutte figure politiche3 annesse e connesse, a cominciare dalla spiaggia più importante: Pescara-Francavilla. Per tacere del parco della costa teatina, che è rimasto sepolto tra chiacchiere e meschinerie vergognose. Non serve a nulla a chi sovrintende al turismo avere la conferma che l’ambiente tira e porta benefici. Basdta pensare a parchi e riserve.
La vera drammatica emergenza è il mare sporco a causa dfi fiumi e fossi. Sono i depuratori che non funzionano o non sono sufficienti. E’ un problema di una semplicità disarmante, ma resta sempre problema, anzi si aggrava di anno in anno. E nessuno sa venirne fuori. La politica preferisce strepitare contro le trivellazioni (pur sapendo che alla fine si dovranno fare), perché farlo porta consensi e – domani – voti. Sarebbe meno redditizio occuparsi di fiumi e scarichi, fogne e fossi, depuratori e rimedi efficaci ma non plateali e vistosi. I politici abruzzesi stanno dimostrando di essere pessimi e irrazionali, e non arrossiscono di fronte a dati allarmanti e divieti di balneazione che, mentre altre regioni crescono turisticamente e qualitativamente, ci stanno mettendo in ginocchio. Ecco i veri errori di cui in tanti dovranno essere chiamati a rispondere non domani, ma subito.
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