Cald0 onicida, e la scienza non ne sa nulla
L’Aquila – Quando l’estate ci lascerà sfiniti e bolliti, sapremo che la temperatura globale è salita e che ne paghiamo le conseguenze. Potremo intuire anche che le pagheremo sempre più salate, negli anni a venire, devastati da temperature altissime, bolle d’aria, periodi caldissimi e lunghissimi,, siccità , danni all’agric0otu4rq, bombe d’acqua, uragani e ghiacciai che si sciolgono. E’ lo scenario in cui siamo ormai immersi. Con un avvenire davvero inquietante per tutti.
La scienza non ci dà una grande mano. Ammette che il clima è cambiato, e non potrebbe certo negarlo. Ammette che i mutamenti stanno avvenendo velocissimi, molto di più di quanto i cosiddetti esperti avessero mai saputo prevedere. Parlavano di decenni, invece ci siamo, quasi di ora in ora.
Tutto il resto è nebbia, perché la scienza non sa dire altro. Una volta tanto, bisogna riconoscere che erano nel giusto gli ambientalisti e gli ecologisti di tutto il mondo, quando davano l’allarme e nessuno li ascoltava. Gli scienziati mugugnavano e ammettevano amezza bocca, ma, appunto, parlavano di processi lunghissimi: dieci, vent’anni…
La scienza non sa cosa accadrà , non sa quanto tempo occorrerà per lo scioglimento dei ghiacci polari, ignora se l’aumento dell’energia è dovuto all’inquinamento, o anche ad un riscaldamento solare che potrebbe anche essere periodico. Sa a malapena che se riducessimo le emissioni inquinanti domani mattina del 50 per cento, di colpo e per magia, non swerivirebbe a salvarci: il danno è fatto, e nessuno ridurrà le emissioni in poco tempo. Forse da venti o trentìanni… Ma allora non servirè farlo.
La scienza in altre parole poco rispettose, ma veritiere, ci lascia in mutande e bolliti. Al massimo ci dice, come fa in in questi giorni, che l’estate 2014 è ormai la più calda da 140 anni, da quando cioè si rilevano scientificamente le temperature. Prima era il buio e a quanto pare lo sarà anche domani. Torniamo alle antiche mappe: hic sunt leones.
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