“Grazie ragazzi, siete concrete speranze”


L’Aquila – (di Giusi Pitari, facoltà di Biotecnologie) – L’Università c’è, nella sua città, L’Aquila. Quasi 20.000 studenti hanno scelto nuovamente l’Ateneo Aquilano, a L’Aquila, come sempre. A loro va il mio ringraziamento, non solo come docente, ma anche e soprattutto come cittadina. Una ventata di concreta speranza. Grazie, grazie ancora. E non perché vi siete iscritti di nuovo, ma perché ci siete stati vicini, ci avete sostenuto, anche criticandoci, come sempre, permettendo a noi di ricordare come è ricca la vita accademica, come è possibile crescere pur con difficoltà.
Grazie ancora per aver dato alla mia città un segno tangibile di quanto sia importante esserci, pur in mezzo a mille problemi.
Grazie, per aver accettato di fare esami in tenda, senza sconti, per aver studiato con serietà anche senza il giusto apporto di lezioni frontali, per aver seguito le lezioni sotto le tende al caldo al freddo, all’aperto, ovunque. E per non aver abbandonato la città cui vi sentite legati anche se vi ha straziato il cuore.
Grazie per averci ancora scelto, per averci dato la vostra fiducia, per aver premiato le nostre fatiche tramite le quali possiamo garantirvi, come sempre, un’eccellente didattica.
Sì l’Università ce l’ha fatta ed è riuscita a mantenere gli accordi di programma con il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. Ha investito subito le risorse per ridare un senso alla formazione, una delle sue principali missioni. La forza dell’Istituzione Universitaria si è fatta sentire e, chiaramente, i ringraziamenti vanno a chi ci ha aiutato in questo percorso.
Ricordo che il Ministro Gelmini, pochi giorni dopo il terremoto, stanziò, tra l’altro, la cifra di 16 milioni di Euro per la costruzione di una nuova casa dello studente. 16 milioni che avevano bisogno di un progetto, che chissà dov’è. Non era certo compito dell’Università presentarlo, semmai della Regione. E allora in mancanza di un progetto parte di questi soldi sono serviti, solo in parte, a finanziare le nuove case degli studenti, gli autobus, dove passano le migliori ore della loro giornata.
Sempre a carico della Regione, tramite l’ADSU, dovevano cominciare i lavori di ristrutturazione dei locali mensa, bar, sale studio di Coppito, ma io non ho visto nulla. Magari si poteva mettere mano a Casale Marinangeli o alla Casa di Santa Rufina, alloggi per studenti mai utilizzati e quasi integri dopo il terremoto, ma si sa che la Regione non può fare distinzione tra studenti, sono tutti uguali quelli della Regione, anche se più di un terzo sono terremotati.
Molti di questi terremotati viaggiano, altri, visto che l’Ateneo li ha capiti ed ha cercato di accorpare le lezioni per rendere la settimana meno pesante e permettere loro di approfondire la materie con lo studio, ha bisogno di stare a L’Aquila una o due notti la settimana. E magari le suddette residenze inutilizzate avrebbero potuto fungere da foresteria, e invece no! Gli studenti sono stati in tenda fino al 23 dicembre (più di 10000 presenze!) e ci torneranno anche nel secondo semestre, non avendo altro. C’è voluta la minaccia di dimissioni del Rettore per ottenere circa 400 posti letto alla caserma Campomizzi! Ma si sa gli studenti sono tutti uguali e allora 90 Euro fanno la differenza. Certo questi 90 Euro servono per le borse di studio dei meno abbienti, così questi fortunati studenti dell’Aquila, per non essere da meno degli altri, pagano la tassa per il sostentamento dei loro colleghi.
Meno male che c’è la Regione Lombardia che costruisce 120 posti letto e sigla un accordo con la Regione Abruzzo e la Curia! Ma si sa, gli accordi possono anche venir meno (tranne quelli che ha preso e mantenuto l’Ateneo), e allora quei posti, sai che c’è, li gestisce la Curia, perché gli studenti sono tutti uguali per la Regione Abruzzo, tranne quelli che sono nella graduatoria di idoneità.
E i pasti delle mense, tendoni della protezione Civile posti a Coppito e alla ex Optimes, servono pasti che vengono da Sora, mentre la mensa di Roio, agibile, ancora non funziona e neanche lavorano le persone che la curavano. I ragazzi di Bazzano, gli umanisti, quelli della Facoltà di Lettere, non hanno neanche la mensa, men che meno un bar, perché gli studenti sono tutti uguali per la Regione Abruzzo, tranne quelli di Bazzano.
Uno sforzo in più ci voleva, per renderci più che uguali, per ripartire col piede giusto, per non essere sempre su una strada in salita. Una salita ancora dura per gli studenti ed i docenti che col terremoto non hanno solo perso strutture, ma anche strumentazioni, reagenti costosissimi e non mi è parso di vedere, da parte delle Istituzioni che tanto hanno a cuore la città capoluogo e la Regione tutta, un’apertura verso finanziamenti per la ricerca. Insomma così, tutti uguali. Anche se non sembra.
Scusate cari studenti e ancora grazie.


16 Gennaio 2010

Categoria : Cronaca
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