Astronomia: scoperto un pianeta roccioso
(a cura di Flavio Colacito). La scoperta del pianeta, che verrà resa nota sulla rivista Astronomy & Astrophysics, si deve ad un gruppo internazionale che comprende molti ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dell’Università di Padova. Si chiama HD 219134b e può essere considerato il pianeta roccioso più vicino alla terra, dal momento che dista, soltanto, 21 anni luce dal nostro. Ha un raggio pari a 1,6 volte quello terrestre e ruota intorno a una stella della costellazione di Cassiopea, leggermente più fredda e piccola del nostro Sole. HD 219134b è l’esopianeta roccioso più vicino a noi mai scoperto, ma non è un candidato ideale per cercare vita oltre il nostro Sistema Solare: il pianeta, come già detto, è circa 1,6 volte le dimensioni della Terra ma ha 6 volte la massa terrestre e orbita molto vicino alla sua stella in soli 3 giorni e fuori dalla zona di abitabilità. HD 219134b era stato originariamente individuato come possibile candidato da uno strumento installato sul telescopio italiano Galileo di base alla Canarie e Spitzer ne ha confermato l’esistenza e le caratteristiche principali.Per completare un giro impiega appena tre giorni, il che rende la sua temperatura incandescente e inospitale per la vita. Il professor Giampaolo Piotto, dell’Università di Padova e membro del team che ha condotto a questa emozionante scoperta ha affermato “È un risultato senza precedenti. È il pianeta roccioso più vicino a noi, con caratteristiche molto simili a quelli della Terra. Appena abbiamo avuto la conferma della scoperta ho pensato: ecco, abbiamo la sceneggiatura perfetta per il prossimo film di Spielberg. E’ un pianeta incandescente, non ospitale alla vita, ma quello che risulta più importante è che è ormai chiaro che ci stiamo avvicinando sempre più alla individuazione di un pianeta analogo alla Terra. Non ci siamo ancora, ma con l’Agenzia Spaziale Europea stiamo costruendo un satellite (PLATO) che sicuramente raggiungerà lo scopo. Ci vorranno ancora dieci anni, ma alla fine siamo certi troveremo un’altra Terra, probabilmente vicina a noi…”. “I recenti risultati di Kepler ci hanno detto che è possibile trovare pianeti extrasolari di dimensioni simili alla Terra nella zona abitabile della loro stella madre. Molto più difficile è, però, determinare la massa di questi pianeti e probabilmente lo si potrà ottenere solo con le misure delle velocità radiali.” E’ quanto comunica l’Inaf, l’istituto nazionale di astrofisica. “Quindi prima di poter caratterizzare un gemello della Terra” continua la nota “bisogna capire profondamente come l’attività stellare influisca sulle velocità radiali. Per questo bisognerebbe osservare una stella continuamente per diversi anni con uno strumento preciso come Harps-N e un riferimento stabile come l’Astro Comb (entrambi installati al TNG). Non potendo studiare di notte esclusivamente una stella, non resta che osservare le stelle di giorno a partire dal Sole”.
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