MAP e case, adesso vi spiego
L’Aquila – (di Giustino Masciocco, assessore alle politica abitative aquilane) – A seguito degli interventi e delle interpretazioni sulle procedure e sui criteri utilizzati dal Comune per l’assegnazione dei M.A.P. – Moduli Abitativi Provvisori, ritengo necessario chiarire alcune questioni essenziali. Dopo il censimento di agosto è risultato evidente che l’offerta alloggiativa non soddisfaceva la richiesta (7.700 nuclei da sistemare in C.A.S.E. a fronte di soli 3.775 alloggi previsti). Il Sindaco, consapevole della situazione e dei suoi conseguenti effetti sociali, ha richiesto con forza ed ottenuto dalla Protezione Civile la costruzione di ulteriori alloggi C.A.S.E. e, al fine di salvaguardare l’integrità e l’identità delle frazioni, la realizzazione di 1.115 M.A.P da dislocare nel territorio delle frazioni stesse.
Nella prima embrionale elaborazione per le pre-assegnazioni è intervenuta un ordinanza sindacale che prevedeva il vincolo di territorialità; a seguito di ciò i nuclei familiari che avevano presentato richiesta per C.A.S.E. e che risiedevano nelle frazioni sono stati dirottati nella cosiddetta lista 2 (assegnatari M.A.P.). Nell’intervallo di tempo tra la richiesta dei M.A.P. e la relativa realizzazione, avvenivano incontri presso le frazioni (anche in presenza di assessori comunali e funzionari della Protezione Civile) nei quali venivano redatte liste, senza alcun criterio di ufficialità, di possibili assegnatari anche tra coloro che avevano, nel censimento di agosto, espresso preferenze diverse rispetto alla scelta di un alloggio C.A.S.E., generando una comprensibile aspettativa dei nuclei che avevano modificato la propria scelta, senza avere la certezza di poterla esaudire.
Prima di procedere alle assegnazioni per le liste ufficiali, il Sindaco Cialente, previo assenso dei Capigruppo Consiliari e considerato l’altissimo numero di nuclei da 1 e da 2 componenti che resteranno fuori dal progetto CASE, ha promulgato un’ordinanza che prevede gli identici criteri utilizzati in precedenza con una salvaguardia rispetto ai nuclei che, pur avendo chiesto in agosto il contributo di autonoma sistemazione, non hanno più la disponibilità dei propri terreni per esproprio o per occupazione su cui realizzare delle abitazioni provvisorie.
Dunque, pur essendo consapevoli delle modificate esigenze, delle famiglie rispetto al censimento, non possiamo in coscienza disattendere le legittime aspettative di sistemazione di tutti quei nuclei che, pur avendo espresso nel censimento la scelta alloggiativa del Piano C.A.S.E., ma non residenti nelle frazioni, non avrebbero la possibilità di entrare né in C.AS.E., né in M.A.P.
I criteri scelti ed utilizzati dall’Amministrazione Comunale per l’assegnazione dei M.A.P. sono non solo chiari e trasparenti, ma indicati nelle ordinanze, avvalorati nel corso dei colloqui per la verifica dei requisiti e suggellati nei successivi contratti di locazione.
I presidenti di circoscrizione, che oggi chiedono una modifica dei criteri vigenti soltanto per alcuni nuclei affermando “genericamente” che gli abitanti delle frazioni non hanno ricevuto una soddisfazione abitativa, quali criteri hanno usato per selezionare questi nuclei visto che sono quasi 700 i nuclei delle frazioni che ad agosto hanno chiesto autonoma sistemazione? Quali criteri bisognerà usare per soddisfare altra legittima aspettativa dei quasi 300 nuclei del centro storico che hanno richiesto il medesimo cambio? Il confronto politico, anche aspro, non può prescindere dall’evidenza dei numeri e dalla legittimità delle ordinanze, altrimenti non si parla più di confronto ma di demagogica mistificazione della realtà.
(Nella foto Giustino Masciocco)
Non c'è ancora nessun commento.