Chi ci difende dai difensori del mare?


Le frasi dei politici sono un pinzimonio di banalità ed enfasi, ma talvolta suonano azzeccate. Ha detto il presidente D’Alfonso secondo i suoi annalisti: “Difenderemo il nostro mare“. Intendeva dalle trivelle e dai pirati dell’idrocaburo. Insomma, dai tanti che vogliono possedere penetrandolo il fondale dell’Adriatico, come forsennati in baccanali pagani.
A D’Afonso, che secondo suoi antichi avversari politici (trombati, al contrario di lui) cammina sulle acque, e quindi anche sull’Adriatico, crediamo. Certo che bisogna difendere il nostro mare. Ne abbiamo uno solo, mica ce n’è un altro di riserva… Ma occorre stabilire subito: da chi? Dalle trivelle (che bene o male producono energia di cui siamo elemosinanti), oppure da chi riempie il mare di feci, rifiuti, veleni, scarichi, sostanze oleose, pattume, e quindi alghe? Sono più minacciose le trivelle, o gli eterni inquinatori e i sempiterni burocrati e politici che non depurano i fiumi-cloaca? Dica D’Alfonso: da quanti anni il mare è una fogna a causa dei fiumi mai depurati? Lui è giovane, ma in politica bazzica dall’era glaciale. Dovrebbe saperne qualcosa. O ha memoria labile ed evanescente?



25 Luglio 2015

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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