Bankitalia, monta l’onda di protesta
L’Aquila – “Sono un’altra deportata della Banca D’Italia aderisco alla lettera pubblicata in data odierna sul vostro sito – Giuliani Marisa”. E’ solo uno dei messaggi di adesione dei “deportati” del quartiere Banca d’Italia, che sindaco e banca pretendono di far rientrare in un quartiere spettrale, circondato da edifici crollati o pericolanti, senza una viabilità adeguata e senza parcheggi. Sono alcune centinaia di persone (molte delle quali anziane) che dovrebbero riprendere possesso di appartamenti in via Marrucini, alcuni dei quali si appoggiano ad un’ala di edificio devastata, classificata E. C’è chi dovrebbe dormire dietro un muro che dall’altra parte è E e pericolante. C’è chi dovrebbe abitare in una strada coperta da un tunnel di legno, perchè l’edificio di fronte (a pochi metri) sta per crollare e può crollare in caso di nuovi eventi sismici. Che peraltro non sono affatto ipotesi peregrina, visto che le scosse continuano. C’è chi, invalido, dovrebvbe parcheggiare l’auto oltre via Venti Settembre a Villa Gioia, e tornare a casa a piedi in salita, magari con neve e ghiaccio. C’è chi dovrebbe vivere percorrendo via Castiglione, che rimase ostruita dai crolli degli edifici della Banca (il “casermone”), magari tra i cantieri di demolizione e di ricostruzione (se mai ciò avverrà ). C’è chi dovrebbe, infine, sottoscrivere un minaccioso documento di “rientro” (altrimenti è sfratto), senza poter consultare documenti che attestano l’agibilità ma soprattutto la sicurezza del sottosuolo: documenti negati. Ma circolano voci attendibili secondo le quali nel sottosuolo c’è un mare di acqua, e l’intera area tenderebbe a scivolare a valle verso via Venti Settembre: zona che è stata potentemente puntellata proprio per contrastare lo slittamento. Ci sono documenti: foto di alberi e muri ora vicini, prima distanti; foto di un traliccio metallico stranamente inclinato verso valle.
Molte persone si stanno tutelando e si sono rivolte all’avv.Antonio Valentini. Impossibile verificare le voci secondo le quali la Banca intenderebbe disfarsi del quartiere, lasciandolo a possibili acquirenti. Chi? Gli inquilini hanno diritto di prelazione. L’unico rimedio potrebbe adottarlo chi ha fatto il danno, ovvero il Comune: dichiarare l’intera zona di classe F (ovvero a rischio a causa degli edifici che la attorniano, tutti crollati o pericolanti), procedere al recupero del quartiere senza inquilini dentro, e tornare ad includere tutto nella zona rossa. Chi decise di estrarre dalla zona via dei Marrucini, fece un danno enorme dalle conseguenze pesanti, che ora i cittadini si rifiutano di pagare: e sarà guerra legale. (Nella foto Col: Le condizioni in cui si trova uno degli edifici del quartiere Banca d’Italia)
Non c'è ancora nessun commento.