30 anni, Gagliardi impassibile
Pescara – LA DIFESA ATTENDE LE MOTIVAZIONI E PENSA ALL’APPELLO – Impassibile e con lo sguardo dritto verso il giudice, racconta l’AGI: cosi’ Vincenzo Gagliardi, foto, il dipendente delle Poste condannato oggi pomeriggio a trent’anni di reclusione, come chiesto dal pm Anna Rita Mantini, per l’omicidio dell’ingegnere informatico Carlo Pavone, ha ascoltato la lettura della sentenza del gup del Tribunale di Pescara, Mariacarla Sacco.
Subito dopo e’ calato il gelo in aula e Gagliardi e’ stato portato via dalla polizia penitenziaria. Particolarmente provati Adele e Rocco Pavone, rispettivamente sorella e fratello dell’ingegnere informatico, che non sono riusciti a trattenere le lacrime. Il giudice per l’udienza preliminare ha, inoltre, fissato una provvisionale di 150mila euro per i due fratelli di Pavone e la madre, e di 200mila euro per i due figli della vittima. “Sono molto soddisfatta – ha commentato il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini – per l’esito dibattimentale, cioe’ del giudizio. Dimostra che il lavoro della procura della Repubblica e degli investigatori e’ stato fatto con grandissimo scrupolo e precisione. Siamo addolorati per questa vicenda ma soddisfatti per il nostro lavoro”. “Aspettiamo le motivazioni delle sentenza – ha detto ai cronisti l’avvocato Renzo Colantonio, difensore di Gagliardi – perche’ non siamo soddisfatti sotto il profilo della colpevolezza al di la’ di ogni ragionevole dubbio. Vediamo le motivazioni – ha ribadito – e faremo appello. Pavone – ha detto l’avvocato Massimo Galasso – ha accolto la sentenza con soddisfazione, ma anche profonda tristezza perche’ queste vicende processuali sono pesanti, anche a livello di sentimenti”. Per le motivazioni bisognera’ attendere 90 giorni.
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