Stipendi d’oro e meriti di stagno
LA REGIONE SI ACCINGE A RIDURSI I COMPENSI, LO FARA’? RIFLETTIAMO SU QUEL CHE STA ACCADENDO –
L’Aquila – ( di G.Col.) – Gli italiani, gli abruzzesi nel nostro caso, non nutrono grande stima della politica. In generale, anzi, la disistimano, pur apprezzando, qua e là , qualche singola persona. Più raramente qualche partito. Lo conferma anche la miserrima destinazione di fondi alla politica, decisa dai contribuenti, come abbiamo letto senza sorpresa.
La verità , almeno fino ad oggi – bisogna aver fiducia nel domani, è quasi un obbligo – è che i politici regionali hanno destinato a se stessi (per decenni) stipendi d’oro, ma denotano meriti di stagno. O di materia ancora meno apprezzabile. Lo dice la storia della Regione Abruzzo, lo confermano le storie di quasi tutte le regioni italiane.
Oggi, finalmente, la Regione si accinge a ridursi gli stipendi. Difficile dire se lo farà davvero. L’iniziativa è del M5S. Va detto per dovere di cronaca, senza giudizi morali né di altro tipo.
E’ giusto, forse, esprimere qualche idea, scelta tra quelle che tanti forse condividono. Tenendo fuori qualunquismo deleterio e sfascismo inutile.
Un consigliere regionale merita gli oltre 11.000 euro che percepisce fino ad oggi, più il resto tramite sveltine e sotterfugi assai bizantini? No. I 5.000 euro di cui parla il M5S sono più che sufficienti, ancora di più i 6.500 per i detentori di cariche importanti. Inspiegabile che un politico abruzzese debba essere pagato più di molti suoi colleghi italiani ed europei. Motivazioni non si trovano neppure con il lanternino di Diogene. Ai 5.000 euro vanno aggiunti i rimborsi spese dovuti al dissennato spargimento di sedi regionali tra L’Aquila e Pescara. Rimborsi, speriamo, giusti, giustificati, corrispondenti al vero. Documentati. Del resto, se abbiamo due capoluoghi, la colpa non è degli eletti attuali. Avremmo dovuto spazzarli via quarant’anni fa, invece di imbrattarci tutti nelle risse e nelle barricate. Siamo nati sotto il segno del campanile e della spavaldersia di politici che, invece di essere da noi puniti, hanno rastrellato per lustri valanghe di voti. E allora…
Si campa con 5.000 euro al mese? Altrochè. Milioni di italiani campano con 500 euro al mese, altri milioni si umiliano in lavori precari senza domani e a 600 euro al mese.Senza neppure un soldo di più per la domenica, dice la IKEA, e chi sa quanti altri seguiranno.
La politica è una carriera, per cui uno eletto non si sa come, deve vivere tranquillo vita natural durante? No, assolutamente. Gli eletti lavorino, producano senza commettere reati, facciano il bene comune, e poi tornino a casa. A lavorare.
Il vitalizio arrivi quando è ora, sia commisurato e soprattutto sia rimpinguato da versamenti volontari degli interessati. Dagli eletti si esiga, come in USA, assicurazione previdenziale (e magari anche sanitaria) e libretto di lavoro antecedente.
Un politico onesto e retto (dovranno essere la maggioranza, un domani: per forza) operi per la gente che lo ha votato e per tutti gli altri cittadini, e annualmente fornisca un rendiconto del lavoro svolto. E dei risultati raggiunti.
Non sia assentesista. Appaia come un esempio, convinca chi lo ha eletto di aver votato bene. E, comunque, dopo cinque o al massimo 10 anni, se ne vada a casa. Servono esempi illustri? Ma no… pensiamo a Clinton, a Blair e ad altri.
Parliamo di un paese non ideale – che è utopico oggi come lo fu sempre – verso il quale dobbiamo avviarci, subito e serenamente. Se è ancora possibile.
O forse, come è probabile, parliamo a vanvera. E non ci sarà alcuna forbice all’Emiciclo. Na neppure alcuna sorpresa. Solo il solito, deludente e scalcinato Abruzzo politico.
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