Un giornale e una presenza affettiva
In tanti, specialmente all’inizio della sua avventura, hanno tentato di trovare argomento per parlare male de Il Centro, ancora oggi l’unico e il sempre più apprezzato quotidiano cartaceo in Abruzzo. Non ci sono mai riusciti, neppure i colleghi meno bendisposti (che erano tanti), e oggi, se sono leali, debbono riconoscere di aver sbagliato. Quella del quotidiano è sempre di più una presenza prima di tutto affettiva, perché i lettori gli sono affezionati, e anche molti colleghi in cuor loro. Tra coloro che lo sono da sempre, ma senza mezze parole o ipocrisie, ci siamo noi. Senza Il Centro, la mattina, la giornata comincerebbe male.
Oggi il giornale apre una nuova redazione in quello che, per il momento, è il cuore ancora flebile e malconcio della città . Immancabili, diremmo scontati, gli auguri perché il quotidiano ci sia sempre più vicino alla gente, la sua caratteristica.
Più mordace negli anni dell’inizio, più maturo, ma mai disposto alle mezze parole e alle manfrine, oggi.
Attento, informato, spesso più degli altri – diciamo la verità – il giornale è una forza e una garanzia per tutti. Cresce invece di ritrarsi, come hanno fatto altri, infliggendo un dolore alla città . Chi scrive ha esperienze annose con altri quotidiani, sente di poter giudicare serenamente. Il Centro è un buon giornale, quello che leggono tutti coloro che leggono. Non i defunti di televisionite… Un giornale in cui da giovani avremmo voluto lavorare. Oggi per noi è giusto leggerlo, trarne ispirazione, apprezzarlo e magari scovare talora qualche neo. Bonariamente, da vecchi zii. Un abbraccio a Giustino Parisse, una stretta di mano a tutta la ciurma del giornale. Cerchiamo tutti di essere migliori. E’ possibile anche su un foglio caduco e precario di carta che fra poche ore sarà “vecchia”. Ma solo come data. Si tu vales, ego valeo, diremmo ciceronianamente.
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