Sì, ma la seggiovia si fa oppure no?
(Foto: il rifugio alle Fontari) – Come insegna la storia cittadina a L’Aquila, sulla sostituzione della seggiovia delle Fontari – al momento – infuria la solita tempesta insulsa di chiacchiere ed esibizionismi, ribalta dei politici e aspiranti politici che colgono l’occasione per avere un riflettore puntato addosso.
Quei politici che trascorrono spesso una vita in penombra, visto che di loro non si accorge nessuno. Del resto, perché la gente dovrebbe conoscerli? La maggior parte di loro non produce assolutamente nulla.
Le posizioni sulle Fontari sono chiare. I più sono per il sì, i meno per il no, e sono in genere persone che sul Gran Sasso non sono mai state neppure per un pic nic. Il sindaco avverte: muoviamoci subito, altrimenti non si fa in tempo e la stagione non comincia. Il Parco non fa nulla, come è nella sua storia. Sta lì a sostenere la propria esistenza e a bloccare qualche pratica, tanto per non sbadigliare.
Però, a parecchi giorni o settimane dal fuoco che ha acceso le polveri, non sappiamo se il lavoro si farà oppure no. Questo è il punto. Spesso un ostico no è più decifrabile di tanti melliflui mezzi sì. Chi ha la forza e la determinazione per respingere al mittente il progetto, lo faccia se ha coraggio e convinzione. Almeno, sarà finita la patetica, ennesima diatriba sul nulla. E capiremo che, se non si può neppure rinnovare un impianto che già esiste, pur esistendo le risorse, le sorti del Gran Sasso sono segnate. Ma basta con il teatrino del ridicolo.
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