99 Cannelle, ci voleva il terremoto per restauro e consolidamento: anni di desolante incuria


L’Aquila – Finalmente: purtroppo ci voleva un terremoto storico per ottenere, ma non certo grazie alle autorità e alle istituzioni locali e abruzzesi, un intervento di consolidamento e recupero di uno dei simboli veri dell’Aquila, monumento unico al mondo, enigmatico e prodigioso anche sul piano dell’ingegneria idraulica: la fontana delle 99 Cannelle. Il Fai, Fondo Ambiente italiano, aprira’ a fine gennaio il primo cantiere per il restauro della fontana scelta emblema della rinascita culturale della citta’. Il restauro, secondo il Fai, serve a ricordare che il terremoto ha distrutto anche uno dei piu’ importanti centri storico-artistici italiani e che e’ necessario lavorare anche su questo fronte. Per questo motivo il Fai si e’ mobilitato subito, lanciando la campagna di raccolta fondi “SOS Monumenti Abruzzo”, e mettendo a punto un modello di intervento in cui si e’ fatto portavoce e rappresentante di un’azione civile di piu’ soggetti che desideravano partecipare al salvataggio del patrimonio storico-artistico della citta’.

Ne e’ nato l’impegno ad “adottare” la Fontana delle 99 cannelle, monumento caro agli aquilani perche’ simbolo di unita’ civile e ora c’è una cordata solidale di aziende, privati, professionisti, societa’ imprenditoriali, che hanno dato il loro apporto. Il costo complessivo del restauro della Fontana delle 99 cannelle e’ di oltre 750.000 euro. Grazie alla partecipazione solidale delle imprese, alle sponsorizzazioni tecniche e alla campagna “SOS Monumenti Abruzzo” sono stati gia’ raccolti circa 600.000 euro. Il restauro del FAI, che per la prima volta non si rivolge a una proprieta’ della Fondazione, bensi’ a un bene della collettivita’, e’ molto piu’ complesso del previsto.
La fontana sembrava indenne, ma non è così: ha subito il terremoto più forte, ma l’hanno danneggiata anche le scosse successive. Inoltre era da anni pessimamente tenuta, priva di attenzioni, pulizie periodiche, interventi ordinari che da più parti inutilmente si richiedevano e invocavano. Incuria e trascuratezza nonostante si tratti di uno dei monumenti più visitati e ammirati della città. Figurarsi che non c’erano neppure un’area di sosta peri pullman e che un edificio abusivo mai terminato deturpava da decenni la porta Rivera a pochi metri dalla fontana, sofferente anche per infiltrazioni.
La prima fase del progetto di restauro prevede la messa in sicurezza e il consolidamento strutturale del monumento, la ricucitura delle parti danneggiate, il risanamento delle perdite d’acqua; il consolidamento del muro e della porta d’ingresso alla citta’; l’impermeabilizzazione e il trattamento del pavimento. La seconda fase del restauro prevede il restauro degli elementi decorativi danneggiati e la pulitura dei licheni e delle macchie presenti sul rivestimento lapideo e sulle vasche. (Nelle foto: due scorci della fontana e la chiesina di S.Vito, che la fronteggia, come appare oggi)


14 Gennaio 2010

Categoria : Cultura
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