Tendòpoli, alcune ancora senza docce – Freddo, cattivi odori: i container arriveranno?

L’Aquila – Non c’è solo la città, ma una miriade di centri minori (comuni e frazioni del capoluogo) nell’elenco delle aree urbane distrutte o comunque per ora inabitabili. Tendòpoli ovunque, e spesso condizioni invivibili, già cattivi odori che ammorbano l’aria e soprattutto in alcuni accampamenti minori, niente docce. La gente, un po’ per il freddo e un po’ perchè con l’acqua minerale ci si lava con difficoltà, comincia a temere problemi di igiene. Specialmente gli anziani non si possono lavare ormai da lunedì e ne conseguono gravi e pesanti disagi, con qualche preoccupazione anche per la salute e la sanità dell’ambiente condiviso. Nelle tende vivono molte persone, spesso di famiglie e nuclei diversi, in situazioni di stress, paura, ansia, nervosismo. Un quadro drammatico di disagi crescenti di ora in ora, aggravato da preoccupazioni per le case lasciate e l’incertezza dei mesi a venire. Per ora fa anche freddo e la notte il termometro scende fin quasi a zero gradi. Le previsioni dicono che ci sarà maltempo. Le scosse continuano e impauriscono sempre. E’ sperabile che almeno le docce e le stufe arrivino presto in tutte le tendopoli. Dei container non se ne parla neppure: nessuno sa dire se e quando ce ne saranno. Continuano le verifiche degli edifici, ma la domanda è: anche se la casa viene dichiarata sicura (con le scosse che continuano), chi vorrà rientrarci? Comprendiamo, e tutti comprendono, che il compito di Protezione civile e Governo è infinitamente difficile. Che occorrono tanti soldi. Che migliaia di profughi e senzatetto sono un incubo per tutti. Che esiste ormai anche un problema alberghi sulla cosa (molti albergatori dicono: sì, va bene, ma a fine aprile dovete andarvene…). Ma è urgente che agli attendati, almeno, si dia la possibilità di vivere al minimo del conforto e della dignità personale.

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