Salvare l’aeroporto, ma con quali soldi?

L’Aquila – Un lettore aquilano scrive: “Si legge sui giornali di ieri: La Regione ci riprova a far decollare l’aeroporto d’Abruzzo, dopo due anni di attese, di bilanci sospesi, di casse semivuote, leggi, ricorsi e bocciature. E lo fa in fretta, prima che sia troppo tardi, stralciando dalla voluminosa variazione di bilancio che sta preparando (con dentro i tagli ai Fas per 70 milioni e le misure di acquisto di Abruzzo Engineering) proprio il capitolo relativo alla Saga.
Per questo martedì all’Emiciclo ci sarà una seduta straordinaria con un unico punto all’ordine del giorno: l’acquisto delle quote e la ricapitalizzazione della società che gestisce l’aeroporto per 7 milioni di euro.
Martedì prossimo così arriva l’ennesimo tentativo che prevede la sottoscrizione di nuove azioni e l’aumento di capitale perché la Regione possa alla fine diventare proprietaria quasi esclusiva (con il 99,48% delle quote azionarie) dello scalo abruzzese.
La novità è che i soldi, questa volta, non vengono dal capitolo delle attività produttive o da economie pregresse, ma dalle tasse, quelle in particolare che dovrebbero essere restituite dagli abruzzesi che non le hanno pagate nel 2014. I sette milioni di euro necessari, infatti, saranno recuperati dai soldi che la giunta Chiodi aveva abbonato poco prima di andare alle urne con l’abbassamento dell’addizionale regionale: oltre 32 milioni che sempre la Consulta ha stabilito nei mesi scorsi dovranno essere restituiti dai contribuenti abruzzesi perché quella legge, fatta in regime di prorogatio e a ridosso della campagna elettorale, non era costituzionale.
«Bisogna vedere se quei soldi ci sono davvero – avverte Lorenzo Sospiri – altrimenti rischiamo un altro buco nell’acqua, con una legge che era stata tanto criticata all’inizio, ma che il centrosinistra ha riproposto in fotocopia». Perché a salvare l’aeroporto sono in fondo tutti d’accordo, persino i Cinque Stelle che pure erano stati molto critici nella gestione della Saga: «L’altra volta c’eravamo astenuti, non siamo contrari alla ricapitalizzazione – spiega Domenico Pettinari – ma ci sono ancora da chiarire alcune lacune gestionali, come la mancata riscossione di crediti diventati nel frattempo inesigibili. Insomma prima di mettere le mani in tasca ai cittadini, sarebbe opportuno che chi ha sbagliato paghi e che venissero recuperati i crediti della società». Anche perché la vera sfida per l’aeroporto d’Abruzzo è soprattutto quella di avviare finalmente una gestione virtuosa.
(Ndr) – La posizione dei Cinque stelle è rilevante e non si levano voci in dissenso. Neppure quella della senatrice Enza Blundo, che si è detta contraria, per esempio, all’impianto per la Fontari sul Gran Sasso. Ma se deve esserci uno sviluppo dell’Abruzzo (con i soldi degli abruzzesi…), perché deve “pendere” sempre verso l’Adriatico? Nessuna stella dei Cinquestelle splende per la montagna aquilana?

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