Altre leggere scosse in Alto Sangro


LA MAJELLA, MONTAGNA INQUIETA DA SEMPRE, SI FA SENTIRE -
I SUOI “MISTERI”, DALLE ACQUE SOLFUREE AL BITUME

L’Aquila – (Foto: il versante sud-est della Majella e l’altopiano delle Cimquemiglia) - Continuano ad essere registrate dagli strumenti delle stazioni sismiche collegate con l’Istituto di geofisica leggeri terremoti nell’area dell’Alto Sangro, altopiano delle Cinquemiglia e versante sud del massiccio della Majella. Questa mattina, tra le 6 e le 9, se ne sono avute due, magnitudine locale 1,4 e 1,3, troppo bassa per essere percepita dalla popolazione.
Le due scosse hanno avuto gli epicentro delle tante precedenti: Roccaraso, Rivisondoli, Pescocostanzo, Ateleta.
Il fenomeno in atto è da alcuni definito sciame sismico: numerosi eventi, finora di bassa magnitudine locale, che si ripetono da settimane. Spesso i terremoti, quando sono un po’ più forti, si avvertono anche in provincia di Chieti e nel Molise, oltre che in Valle Peligna.
La zona, pur sismogenetica come tutto l’Appennino centrale (Umbria, Lazio reatino, Abruzzo, Molise) non ha sofferto di significativi fenomeni sismici negli ultimi decenni. L’ultimo forte terremoto risale al maggio 1984 (seguito un anno dopo da una seconda forte scossa), ma allora l’epicentro era in val Comino, ai confini tra Parco d’Abruzzo e Frusinate. La Majella è per propria natura molto sismica, così come il monte Morrone lungo la Valle Peligna. Forti eventi si ebbero nel 1706 (area sulmonese) , successivamente nel 19° secolo e negli anni Trenta del Ventesimo.
La “montagna madre” – la Majella – è geologicamente molto interessante. In diverse località è afflitta da storici fenomeni franosi e di cedimento del suolo (Caramanico, Salle). Esistono persino piccole aree di sabbie mobili (Tocco Casauria).
Nel cuore del suo sottosuolo si trovano vaste e diffuse riserve di acque solfuree (basta pensare alle Terme di Caramanico), giacimenti di rocce basaltiche (area Scafa-Roccamorice), e sgorgano corsi d’acqua azzurrissima (perché solfurea) come quello che rende unica la riserva del Lavino a Scafa. Sono certi giacimenti di gas e forse anche di petrolio (ne fu estratto ad Alanno).
Inquietano (anche si preferisce non parlarne, in perfetto stile… struzzo) alcuni fenomeni di sprofondamento del suolo in zona teatina.
Storie e leggende riferite ancora dagli anziani – ma anche da altri più recentemente – riferiscono di lampi e luci oscillanti, interpretabili come flash e luci sismiche. Come quelli avvistati da migliaia di persone anche nel terremoto dell’Aquila. Anche questi a lungo negati – lo scetticismo caparbio talvolta fa danni seri – fino all’evidenza di studi autorevoli con testimonianze e documentazioni anche fotografiche.


29 Giugno 2015

Categoria : Cronaca
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