Incendio discarica, è doloso: qualcuno voleva distruggere prove e documenti?


Chieti – PERCHE’ NELL’AREA C’ERANO ANCORA CARTE COMPROMETTENTI? -Incendio Colle Marconi, ce n’è già a sufficienza per pensare che sia doloso e che si vogliano incenerire prove di chi sa cosa e materiali sospetti. Carte, probabilmente, in qualche scaffale: materiale che nonostante esista un’inchiesta, nessuno ha provveduto a sequestrare e tutelare. Una domanda alla quale solo la Procura può rispondere, chiarendo.
Ma che l’incendio divampato alle porte di Chieti sia stato appiccato lo dimostra un fatto palese: i focolai sono numerosi. Il fuoco è stato acceso in diversi punti, per creare un fronte esteso a produrre un effetto sicuro. Distruggere tutto ciò che può entrare nell’inchiesta.
La gente della zona ha capito subito che era una faccenda grave e, per prudenza, molti hanno lasciato le abitazioni. Agli altri, anche lontano dal rogo, è stato raccomandato di non aprire le finestre.
I vigili del fuoco (ostacolati anche dalla frana non riparata sulla strada per Casaincontrada) lavorano a pieno ritmo per estinguere il fuoco su tutta l’area. Nella zona si leva e poi si diffonde, anche grazie al vento insistente, fumo nero e maleodorante, che ha sorvolato le campagne ed è arrivato persino al mare
La discarica che assedia da anni la città – incredibile che non sia stata fermata ed eliminata nel tempo, con la ricerca dei responsabili – potrebbe essere collegata con persone di Acerra in Campania.
Il caso è scoppiato grazie ad un’inchiesta giornalistica de Il Centro, che avrebbe prodotto prove di collegamenti inquietanti con Acerra. Si è parlato di una Terra dei Fuochi anche in Abruzzo. Ora l’incendio, in qualche modo persino prevedibile, che brucia tutto e dipinge di nero il cielo estivo di Chieti. Nero fumo, capace di oscurare e di nascondere. Una storia che preoccupa e incute timori nei cittadini, timorosi di non avere difese né contro i veleni incalzanti, né contro la malavita “importata”, un dato ansiogeno se tutto sarà provato.
La domanda più pesante, che si ripropone, è: perché la discarica di San Marco era (ed è ora, incenerite e venefica) alle porte della città, lungo la strada per Casalincontrada, peraltro anche franata?


28 Giugno 2015

Categoria : Cronaca
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