Il PD si è accorto che L’Aquila sta ricevendo soltanto siluri?
IL PARTITO HA PRESO DI MIRA PERSINO IL SINDACO CIALENTE -
L’Aquila – (di Giorgio De Matteis, consigliere comunale di L’Aquila Città Aperta): “Finalmente il Pd aquilano si è svegliato, e con esso anche il Sindaco Cialente mi sembra che stia acquisendo la consapevolezza che L’Aquila è sull’orlo di un vigoroso siluramento da parte del Presidente della Regione, D’Alfonso, e del Pd regionale.
Dopo la mannaia sui contributi alle istituzioni culturali del capoluogo, la formalizzazione degli incarichi dell’alta dirigenza della Giunta Regionale (con gli aquilani praticamente scomparsi) e la penosa giornata autoreferenziale sul primo anno di fallimentare governo abruzzese senza coinvolgere la nostra città, D’Alfonso sta preparando l’ennesimo sgambetto all’Aquila sulla questione Parco del Gran Sasso e Monti della Laga.
Tra qualche giorno scadrà il mandato del presidente Diaconale – non ci mancherà – e cosa fa il nostro Governatore? Va a parlare personalmente con il Ministro dell’Ambiente per proporre dei nomi, senza nemmeno ascoltare le voci stituzionali di quei territori che hanno i maggiori legami con il Parco, vale a dire quello dell’Aquila e dell’Aquilano. Dico questo senza entrare nel merito delle capacità
delle persone che D’Alfonso ha indicato, ma criticando con forza il
modo con cui quest’ultimo sta lavorando.
Pressappochismo, arroganza, scorrettezza e autoritarismo di bassa lega. Queste sono le principali connotazioni dell’azione politica del Governo D’Alfonso, il cui operato è ormai chiaro a tutti: fare fuori L’Aquila a tutti i costi, creando non poco imbarazzo anche al suo vice presidente Lolli, unico aquilano nell’esecutivo. Il campanile non c’entra: sono sempre stato tra i primi, anche quando ero assessore e consigliere regionale, a sostenere che un sano equilibrio tra le varie
realtà abruzzesi era ed è l’elemento fondamentale per una crescita
armonica della nostra regione. Ed è proprio questo il punto: l’attuale
Presidente sta lavorando per sfasciare completamente questo equilibrio
e gli Aquilani hanno il dovere di difendere le loro prerogative, senza
assolutamente avere la pretesa di ledere quelle altrui.
Se il Pd aquilano contesta D’Alfonso per le sue scelte contrarie alle zone interne, se il Sindaco non riceve nemmeno l’invito a partecipare ai lavori per la direzione regionale del Pd (e se ne duole pubblicamente), non possiamo che compiacerci per il fatto che il partito leader del centro sinistra si sia finalmente destato da un
torpore durato anche troppo. Speriamo che si siano resi conto che è venuto il momento di serrare le fila, come noi dell’opposizione
consiliare chiediamo ormai da tempo.
Cominciamo proprio dal Parco, quell’Ente che da sempre – oggi, addirittura, attraverso un Comitato Scientifico (?) i cui componenti sono sconosciuti ai più – ha rappresentato il freno per la crescita del nostro territorio. Il contesto ambientale di cui dispone l’Aquilano è unico per bellezza e potenzialità; il Parco ha quasi sempre impedito che tale straordinario volano di crescita turistica, e
dunque anche economica, funzionasse a dovere, facendo in modo che
investitori e portatori di ricchezze venissero scoraggiati e
declinassero quell’interesse che, con altri presupposti, avrebbero
concretamente manifestato per il nostro territorio.
Ora basta!
Il Sindaco pretenda un passo indietro da D’Alfonso e deve sedersi al tavolo con il Ministro dell’Ambiente per proporre dei nomi alla presidenza del Parco, che finalmente abbiano l’autorevolezza di coniugare il rispetto dell’ambiente con lo sviluppo del territorio.
Non si deve consentire che alcuni personaggi continuino a recitare il ruolo di oppositori delle legittime aspirazioni degli Aquilani. E se anche stavolta dovessimo prendere atto che D’Alfonso vorrà gestire le cose per conto suo – e, ovviamente, ai danni dell’Aquila – allora non potremo far altro che attivarci per uscire dal Parco; e dovremo andare in questa direzione tutti quanti, senza difendere alcuna appartenenza politica, ma soltanto per tutelare il Capoluogo. Perché, se è vero
quello che scrive Cialente a proposito di una possibile uscita
dell’Aquila dal Parco, e cioè che tale scelta “provocherebbe una
regressione culturale, politica e di strategia economica”, è
altrettanto vero che, senza significativi cambi di passo, questa
strada dovrà essere necessariamente percorsa per fare in modo che
L’Aquila e gli Aquilani possano decidere per il loro bene e per
impostare delle scelte che, finalmente, consentano un reale e
significativo sviluppo della città e del comprensorio.
(Ndr) – Sulla presunta reazione del PD non abbiamo notizie, ma soprattutto non abbiamo carte scritte che portino una firma, o più firme, e chiare prese di posizione. Pare, secondo fonti giornalistiche attendibili ma solo giornalistiche, che qualcuno da qualche parte abbia mostrato denti con il logo del PD stampigliato. Niente altro. Se a De Matteis risulta di più…
In momenti difficili, a parte la politica e i ruoli che ognuno svolge secondo la propria ideologia e visione delle cose, un sindaco va sostenuto perché è il sindaco. Pensiamo che tutti dovrebbero farlo, ognuno dalla propria posizione, e soprattutto un partito: quello al quale il sindaco appartiene. Il cui capo, però, festeggia a Pescara il suo primo anno da presidente della Regione. Che strane scelte. Per niente rassicuranti. Pare, rivela Cialente su Facebook stasera, ci sia una importante riunione nel PD per nomine e incarichi, ma “non sono stato invitato”…
Che il PD faccia tutto dentro casa sua a Pescara senza comunicare niente a nessuno è ormai consueto. Che non ricordi neppure di invitare il “suo” sindaco del capoluogo di Regione, è lunare. E’ febbre alta. Perché non cacciano via tutti e rifanno tutto da capo? Cambino anche nome: rifondazione pidina abruzzese.
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