Fina: “Non sentiamoci soli”


L’Aquila – L’assessore provinciale Michele Fina ha diffuso la seguente lettera: “Scrivo dalla Sala Operativa della Protezione Civile. Qui, da 130 ore, tutte le forze lavorano per coordinarsi e gestire le emergenze che si accavallano. Io sono pendolare da giorni tra macerie, Di.Coma.C. (Direzione di Comando e Controllo) e campi di accoglienza. La prospettiva mediatica mi giunge di riflesso. Sento comunque il bisogno di rivolgervi un appello. L’attenzione dell’intero Paese verso il nostro dramma non ci ha fatto sentire soli. E impotenti. I vigili del fuoco, le forze armate, le colonne mobili di protezione civile di ogni regione e tanti altri si sono riversati sull’Aquila. Un contro-esodo degli aiuti. Qui c’è l’Italia della solidarietà fattiva e dell’altruismo. Punta dell’iceberg dell’Italia che raccoglie beni e contributi in quantità commovente. Marco, il ragazzo con gli occhiali di fronte a me del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, al quale rivolgersi per ogni problema; Raffaele, il ragazzo con i capelli lunghi del Friuli, che ci aiuta con la mappa dei campi; Michele, l’uomo grosso con la barba della Croce Rossa, al quale chiedere quando mancano tende o brandine; gli sfollati che nei campi raccolgono le esigenze di tutti; i volontari che intorno alla città gestiscono i centri di raccolta; quelli che chiamano per rendersi disponibili; quelli che offrono quello che possono. Questo è il Paese che amo. Il mio Paese. Di fronte ad una difficoltà riscopre il suo essere una sola comunità nazionale.
Ma i riflettori, oggi puntati su di noi, pian piano si spegneranno. Quello sarà il momento dello spartiacque: tra i rappresentanti istituzionali, da una parte quelli che hanno fatto passerella e inseguito le telecamere, dall’altra quelli che hanno preso impegni con la ferma volontà di rispettarli; tra i giornalisti, da una parte i cinici, dall’altra i cronisti onesti e rispettosi del dolore umano.
Noi abbiamo una città e tanti borghi da ricostruire, la vita di tanti da restituire alla normalità, il motore dell’economia locale da far ripartire. Vedremo dal prossimo Decreto del Governo se l’impegno economico sarà concreto o si risolverà in un annuncio. Vedremo se ci sarà il coraggio di scegliere. La ricostruzione non può essere “un affare” per i professionisti dei disastri. Non è neanche un divertente videogioco, un SimCity Reality. Le nostre Istituzioni locali hanno il compito di ridisegnare i luoghi in sintonia con il carattere, la storia, le speranze di un popolo. In tanti andranno via ma dovranno trovare presto le motivazioni per tornare e ricominciare. Con noi.
Le vittime e il dolore di una terra saranno un sacrificio inutile se non produrranno una “scossa” duratura nella coscienza civile e politica dell’intero Paese. Certo, domani avremo tutti voglia di tornare a ridere. Toglieremo il lutto e ricominceremo a vivere. Ma altra cosa è dimenticare. Saranno politici e giornalisti onesti quelli che continueranno a raccontare la nostra storia. I miei figli leggeranno la cronaca di una catastrofe con stupore perché, intanto, le norme antisismiche saranno rigidamente rispettate, la prevenzione e la pianificazione saranno la regola, sarà stata firmata la tregua tra l’uomo ed il territorio, la protezione civile non sarà più affidata alla Divina Provvidenza ma sarà diventata una voce importante dei bilanci delle amministrazioni ad ogni livello. Dipende da ognuno di noi”.


11 Aprile 2009

Categoria : Politica
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