Un’inchiesta dopo l’altra, quando ne usciremo? Intanto c’è chi si prepara a chiedere i danni


GLI ESCLUSI DAI SOTTOSERVIZI POTREBBERO METTERE IN PIEDI UN’AZIONE RISARCITORIA – L’Aquila – (di G.Col.) – Furono una decina le imprese aquilane e abruzzesi , alcune unitesi per l’occasione, che tentarono di partecipare agli appalti per i sottoservizi, un lavoro del valore di molti milioni, che chiaramente attirava tutti. Naturalmente non vinsero nulla, rimasero fuori. Per loro soltanto gli oneri (gravosi) per la preparazione e presentazione di progetti: decine di migliaia di euro. Risultati del tutto sprecati.
Oggi si stanno consultando per studiare un’azione risarcitoria, se vi saranno dei rinvii a giudizio. La bufera si addensa all’orizzonte.

NUOVE NORME E RICOSTRUZIONE AQUILANA – La normativa in cottura per la ricostruzione aquilana non trarrà giovamento dall’ennesima inchiesta giudiziaria esplosa (a carico di sette persone, tra le quali il capo dei costruttori, Frattale, e uno dei Taddei, leggi Edimo) in questi giorni. Si indaga sull’appalto più succulento, decine di milioni, per la costruzione dei tinnel dei sottoservizi.

I SOLITI NOTI – L’opera più importante del momento attuale, si disse alla pomposa presentazione dei lavori. E ti pareva. Opera importante, inchiesta immancabile. Ombre, sospetti, rischio di ritardi. Opera importante, immancabilmente nelle mani degli impresari più importanti. I soliti noti. Da sempre si è detto e scritto (ma non tutti lo hanno scritto, solo coloro che pensano più realisticamente…) che i lavori più grandi e costosi, li gestiscono sempre gli stessi nomi.

EQUIVOCI? – L’inchiesta è in corso, ed è salutare per la città, nell’interesse comune, augurarsi che – come ha detto uno dei difensori – tutto sia “frutto di un equivoco”. I magistrati sarebbero stati tratti in inganno? Oppure un abbaglio? O forse, più verosimilmente, davvero qualcosa da approfondire e qualche responsabilità da mettere in luce? Certe inchieste, proprio perché delicate, di solito non partono senza un basamento solido sul quale costruire gli atti. Vedremo.
Ma ancora una volta nei cittadini rispuntano sospetti, si insinuano cattivi pensieri, trova spazio l’amarezza della percezione di un mondo fatto di affarismi e di corse al denaro.

LA GENTE PENSA A MALE – La gente è sfiduciata, smaliziata, portata a pensar male, e ne ha motivo, visto cosa è accaduto negli ultimi sei anni. Vero che dove corre il fiume del denaro, galleggiano cupidigie, appetiti, affarismi e affaristi, e contano le posizioni, le aderenze, le conoscenze. Come duemila anni fa, “omnia Romae cun pretio” ?Ricordiamoci la vecchia saggezza popolare: “Chi maneggia la farina si sporca le mani…”.

ASPETTI INQUIETANTI – L’aspetto inquietante di tutto questo è che anche a Roma, quindi anche nei centri decisionali e politici già sul chi vive nei confronti dell’intera vicenda aquilana (costellata da scandali, rinvii a giudizio, e già condanne numerose) prendono le distanze e indossano i guanti, impugnano le molle. Così si spiegano le norme restrittive, contro le quali si sta insorgendo da parte di costruttori, tecnici, ma anche politici e amministratori aquilani, che Roma intenderebbe applicare. Voleva stringere i freni prima, vorrà ancora di più adesso, che esplode una nuova grossa inchiesta. Insomma, a Roma pensano che qui ci siano o possano fioccarsi sveltoni, faccendieri, mestatori, avventurieri, famelici al sentore del denaro per la ricostruzione. E potenti di ogni risma e genìa.
Di certo un atteggiamento sbagliato, generico, ma anche spiegabile. E forse la sola spiegazione degli ingombranti rigori che si vorrebbero infilare nella legge per la ricostruzione. Una farcitura di ostacoli, limiti, paletti e perimetrazioni che – urlano costruttori e tecnici aquilani – di fatto bloccherebbe ogni azione per la riedificazione. E aprirebbe le porte agli incursori di ogni provenienza.

POLITICA IN SUBBUGLIO – La politica aquilana sta affilando le lame. Altrove su questo giornale leggerete gli attacchi a spada tratta di Guido Liris, Forza Italia, contro PD, Pezzopane e De Micheli.
la senatrice PD che si proclama madrina della legge, Stefania Pezzopane, annuncia confronti (forse anche vivaci) con la sottpsegretaria De Micheli. Ricorderete, se avete un passato, la canzone di Mina che diceva “è guerra tutti i giorni”. Quella però era una guerra d’amore, che finiva in amore.
Qui come finirà davvero non lo sa nessuno.

TUTTI SANNO COME Eì’ ANDATA – Viceversa, tutti sanno com’è andata: sei anni ad aspettare la restituzione della vita ad una popolazione dispersa e stremata, che non ne può più e comincia anche ad abbandonare il campo. Tanti giovani, imprenditori, artigiani, commercianti e anche impiegati, vogliono andarsene. Migliaia se ne sono già andati. La sola cosa che la politica teme con orrore: che non ci sia più nessuno al quale rivolgersi. Per i voti, soprattutto, è chiaro.
I politici sono come la Luna secondo la fisica di Copanagen ai primi del ’900: c’è solo se qualcuno la guarda.


21 Giugno 2015

Categoria : Cronaca
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