Banca Italia, voce grossa con inquilini


L’Aquila – La Banca d’Italia ha deciso di usare le maniere forti e fa la voce grossa con i propri inquilini del quartiere aquilano. Questa mattina ci sono stati momenti di tensione ed è stata chiamata la polizia. La vicenda sta in questi termini. Una parte del quartiere, che è circondato da edifici crollati o fortemente compromessi dal sisma del 6 aprile, “deve” essere nuovamente abitata, a giudizio della Banca, ma non degli interessati. La Banca ha convocato telefonicamente (un singolare comportamento) gli inquilini interessati comunicando loro che dovranno tornare a pagare i fitti da febbraio, che debbono prendere visione di una lettera, e sottoscrivere l’invito (che sembra più un’intimazione a molti inquilini) a rientrare negli appartamenti che sono stati ristrutturati. Quando gli inquilini hanno chiesto di poter vedere le certificazioni di agibilità e soprattutto i risultati dei carotaggi geologici, la Banca si è rifiutata di mostrare i documenti richiesti, sostenendo di esserne in possesso, ma di non poterli esibire. Intimazione: o si firma per il ritorno negli appartamenti, o entro un paio di settimane si è sfrattati e i mobili saranno portati fuori dagli edifici. Tale atteggiamento è apparso ad alcuni eccessivamente rigido, e dopo una mattinata di discussioni, solo alcuni hanno firmato per il rientro. Altri hanno chiesto di verbalizzare la situazione e si sono rivolti ad un legale di fiducia, l’avv. Valentini, il quale prenderà in esame il caso e agirà di conseguenza.
Gli inquilini pretendono certezze sulla loro situazione futura, visto numerosi edifici del quartiere sono pericolanti e dichiarati E, altri lo sono evidentemente perchè prossimi a strutture pericolanti, e addirittura una parte dell’edificio che si pretende di riportare alll’abitabilità è transennato e sicuramente E. Le persone trattate con tanto inaccettabile rigore abitano in parte a diretto contatto con parti a rischio o ancora allo stato di cantieri. Il quartiere è tanto pericoloso, che vi è stato costruito un tunnel di legno e tubi Innocenti che dovrebbe riparare da crolli possibili di edifici prossimi alle strade private della Banca. Non vi sono più parcheggi e chi tornerà, se ciò accadrà, dovrà rinunciare all’auto. Persone disabili o anziane dovrebbero muoversi a piedi. Una situazione che l’avv. Valentini valuterà per agire, poi, come riterrà opportuno. Intanto, un nuovo motivo di frizione e di malumore per tanti cittadini. Nessuno ha chiarito, infine, definitavamente e con sicurezza e attendibilità cosa c’è “sotto” il quartiere: l’indagine geologica non è consultabile. Le voci corrono: c’è di sostiene che il sottosuolo nella zona è molto compromesso e quanto si osserva pare confermarlo: ovunque edifici fortemente lesionati, inclinati, disassati, devastati irreparabilmente. In un posto del genere chi può pretendere che delle persone tornino a vivere?
Sono problemi che dovrebbero interessare molto sia la Protezione civile che il Comune. Che tacciono.
(Nella foto: Via Castiglione, a ridosso degli edifici della Banca d’Italia che si pretende vengano rioccupati, pena gli sfratti)


13 Gennaio 2010

Categoria : Cronaca
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