Le proteste di un aquilano a Cuneo
L’Aquila – Un aquilano a Cuneo, Alarico Bernardi, ha inviato al sindaco e alla stampa la seguente lettera aperta: “Signor Sindaco, mi rivolgo a lei, quale primo cittadino di Cuneo, certo di avere risposte convincenti alle domande che vado ponendomi, da alcune settimane, in merito a quanto accade in questa graziosa cittadina, messa a dura prova dalle ultime nevicate. Premesso che il fenomeno neve non rappresenta per questa zona un evento eccezionale, ho notato che le autovetture riescono a percorrere le principali strade urbane con poche difficoltà, rasentando i candidi muri laterali che delimitano un itinerario per così dire grottesco.
Il carrozzone del “Circo Inverno”è arrivato, proponendo le più svariate attrazioni ed i migliori numeri d’equilibrismo. Non mancano i clowns, impegnati a capitombolare sotto i portici o sui marciapiedi ingombri di neve ghiacciata, lasciata lì ad arricchire una scenografia stupefacente. Le risate, a volte, si trasformano in imprecazioni, quando non è necessario l’intervento delle ambulanze. Gli spartineve iniziano ad operare, seguiti dagli spargisale. Tutto accade con metodica precisione, condannando le persone disabili agli “arresti domiciliari” e i pedoni ad un inevitabile, quanto rischioso pattinaggio su ghiaccio.
Dal mese di settembre ho stabilito qui il mio domicilio lavorativo, insieme alla mia compagna, entrambi scampati all’indimenticabile sisma de L’Aquila. La realtà cuneese mi è sembrata simile a quella della mia città di provenienza. Le montagne, il clima, la gente riuscivano a toccare una memoria antica, solleticandone positivamente le profonde radici. Anche il mio Dan, un Labrador di sei anni, eccellente cane guida, andava ambientandosi tra le stradine del centro per condurmi al lavoro, trovando pochi ostacoli e alcuni semafori sonori. L’incubo, iniziato il sei aprile del duemilanove, assumeva contorni meno drammatici, lasciando che la speranza riprendesse a nutrire il profondo del nostro animo. L’inverno, però, è riuscito a minare le sicurezze riconquistate sino ad allora. Conosco bene la neve ed i disagi che comporta, ma non ho mai assistito ad una così evidente manifestazione di disinteresse verso coloro che non posseggono un’autovettura, che non possono guidarne una, che si affidano ad altri per i loro spostamenti.
La mia cecità fisiologica, coniugata a quella mentale di chi non vuole o non è in grado di vedere problemi oggettivi di deambulazione, mi relegano in casa, impedendomi di andare al lavoro.
Una ventina di centimetri di neve paralizzano un agglomerato urbano e la sua immediata periferia, associandosi alla superficialità di chi, oltre alla massa nevosa, erige barriere architettoniche, in nome dell’indifferenza.
La presente non vuole indossare i panni della polemica, ma intende narrare i fatti, quelli vissuti dai meno fortunati, reclamando il diritto inalienabile all’autosufficienza. Spera di colpire un uomo sensibile come lei, facendogli notare ciò che ha distrattamente omesso di valutare. Presto sarò un cittadino cuneese, anche sotto il profilo giuridico e vorrei poter affermare tranquillamente: “Cives, in civitate sua, est imperator”. Una legittima aspettativa che sento non verrà disattesa”.
Alarìco Bernardi
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