Sentiero “Memoria e natura 43-44″
L’Aquila – (Immagini: il primo tratto del percorso verso la Madonna Fore, sotto i nove martiri aquilani e il libro loro dedicato da Corrado Colacito) – Questa mattina le celebrazioni per la commemorazione del 71esimo anniversario della Liberazione della città. Il sindaco Massimo Cialente ha deposto una corona di fronte la lapide in Piazza Palazzo, alla presenza delle principali autorità civili.
“Quel 13 giugno di 71 anni fa gli aquilani avevano già avuto la notizia di due stragi di Onna e di Filetto e avrebbe pianto dopo anche la morte dei nove martiri- ha ricordato il sindaco- All’indomani della Liberazione tuttavia la città fu in grado di sprigionare forti energie, da cui nacquero le maggiori istituzioni culturali della città. Da una grande tragedia siamo stati in grado di liberare capacità forti di ripresa. Questo è l’insegnamento più importante di questo giorno”.
Subito dopo il Comune, in collaborazione con il CAI, l’ANPI, l’Istituto Abruzzese per la storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea ha presentato il percorso “Memoria- Natura 1943-44”.
Un sentiero che intende commemorare i luoghi che furono scenario degli episodi più rilevanti della Resistenza aquilana, nel biennio, 1943-44 e che oltre ad avere una funzione storico-culturale ha un’importante valenza naturalistica, dal momento che l’intero percorso attraversa il Parco Gran Sasso e Monti della Laga.
Il percorso, di circa 60 chilometri, si articola in sei tratti:
1. L’Aquila- San Sisto- Collebrincioni, inaugurato l’anno scorso con il cippo in memoria dei 9 martiri,
2. Colle Brincioni- Fonte Nera- Arischia, zona operativa del gruppo partigiano di Antonio D’Ascenzo e luogo di fucilazione dei pescaresi Vermondo di Federico e Renato Berardinucci, medaglie d’oro al valor militare,
3. Arischia- Casale Cappelli, luogo di scontro armato tra il gruppo di Giovanni Ricottilli e i tedeschi, in cui perse la vita il partigiano Giovanni Vincenzo,
4. Casale Cappelli- Assergi- Filetto, luogo d’azione dei partigiani del gruppo Aldo Rasero e della strage dei civili del 7 giugno ’44, quando Filetto fu dato alle fiamme,
5. Filetto- Monte Archetto, luogo di insediamento del gruppo di Aldo Rasero nella primavera del ’44,
6. Monte Archetto- Onna, luogo della strage nazista dell’11 giugno ’44.
I vari tratti sono segnati con pannelli illustrativi che contengono informazioni storiche, naturalistiche e paesaggistiche. Stamani l’illustrazione della parte storica è stata affidata al prof. Davide Adacher, mentre quella naturalistica all’Ing. Salvatore Perinetti del CAI. Il dott. Paolo Muzi dell’ANPI ha ricordato la nascita del progetto e gli studi storici relativi agli episodi rievocati.
“L’anno scorso abbiamo inaugurato il primo tratto del percorso, quello che commemora i nove martiri- ha ricordato l’assessora Betty Leone- Quest’anno abbiamo pensato di presentare l’intero percorso che ricorda i principali avvenimenti della Resistenza aquilana, con l’obiettivo di coinvolgere le nuove generazioni sulla conoscenza di fatti rilevanti della nostra identità e della storia recente della nostra città”.
Ai martiri aquilani dedicò per primo, molti anni fa, uno studio e una ricostruzione imparziale e storica dell’evento il prof. Corrado Colacito, docente da poco tempo di italiano e storia al Rendina dell’Aquila. Il suo prezioso volumetto fu negli anni recenti ristampato da Edoardo Caroccia per Textus, curato da Carlo De Matteis.
CORRADO COLACITO scrive nel volume: “I Martiri Aquilani del 23 settembre 1943“
… Non si mossero, quei “ragazzi”, perché volessero sfidare un immortale destino; essi volevano una cosa molto più semplice ed umana: volevano evitare la vergogna e l’umiliazione di essere schiavi dei nuovi dominatori, che, tracotanti e baldanzosi, calpestavano il suolo della patria, il suolo abruzzese, il suolo aquilano. E non si batterono come eroi ma come “ragazzi”; però non v’erano molti “ragazzi” come loro in tutta la penisola, durante quel triste frangente. Andarono, essi, incontro alla Liberta’, e incontrarono invece la morte sul loro cammino.
Ai giovani d’Abruzzo e in particolare de L’Aquila” dedicava questo libro l’autore, un uomo di scuola, le cui ricerche sulla Resistenza nella regione abruzzese ebbero il consenso di Benedetto Croce.
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