L’Aquila calcio di ieri e di oggi
DOPO 50 ANNI LA VITA CONCEDE DI RITROVARE LA STORIA DEL CALCIO AQUILANO CHE A FATTO UN’EPOCA NELL’AQUILA E NEL CALCIO DI UN’ALTRA VITA
(di Stefano Leone)
Proprio nel giorno in cui altro putridume viene fuori nella vicenda del calcio scommesse, esploso con la custodia cautelare, fra gli altri, dell’ormai ex DS de L’Aquila Calcio, la vita mi ha concesso di incontrare dopo 50 anni esatti, uno dei calciatori simbolo de L’Aquila Calcio anni ’60: Mario Pesce. Bini, Bonari, Grigoletti; Bettini, Savini, Pesce… Per L’Aquila questa formazione è un po’ come dire Sarti, Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarnieri, Picchi… Mario Pesce, un libero inventato per le esigenze del caso, (lui era un terzino), di grandi doti tecniche che, a dispetto di un fisico non proprio da corazziere, riusciva con doti tecniche non comuni ad essere considerato uno dei migliori d’Italia nel suo ruolo. 179 presenze in serie B con Messina e Reggina, più volte nazionale di serie C, Pesce, francavillese doc, giocò ne L’Aquila dal 1962 al 1965. Fu portato nel capoluogo, che allora militava in serie C girone C, da un altro francavillese autentico, il tecnico Arnaldo Leonzio. 50 anni esatti per riabbracciare una persona conosciuta quando io avevo 8 anni e lui poco più che ventenne. Era uno dei miei idoli. Dopo qualche anno ebbi l’onore e il pregio di indossare la stessa casacca con i colori rossoblu e calcare lo stesso campo, ai quali Mario aveva dato lustro. Un signore in campo e fuori. L’ho trovato in splendida forma; un over 70 invidiabile anche a quei 50enni che sbuffano e si traumatizzano in improbabili attività motorie. Fisicamente brillante, camminata ancora classicamente dondolante di chi per anni ha giocato al calcio. Un calcio d’altri tempi, un calcio che sapeva di grasso per ammorbidire gli scarpini e di Sifcamina per i massaggi. Odori forti, ciò nonostante aveva il profumo del calcio vero, autentico, quel calcio fatto di atleti che badavano al gesto tecnico più che al portafoglio, ma anche di presidenti veri e propri padri adottivi. Altro calcio. Un calcio dal profumo solo di sport e signorilità . Mario Pesce, anzi il dottor Mario Pesce, (si laureò in Giurisprudenza mentre giocava a Messina), di questa signorilità ne aveva fatto un comportamento di vita. In campo e fuori. Fautore e organizzatore dell’incontro, quella memoria storica vivente che è Dante Capaldi, custode di storie, fatti e personaggi che hanno fatto la storia dello sport aquilano.
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