Air gun e onde sonore per esplorare i fondali


L’Aquila – (di G.Col.) – (Immagini: l’air gun, i sonar e le aree adriatiche prese di mira) – Nel mondo, specialmente in America, si usa il fracking, ovvero la violenta fratturazione del suolo, per scoprire giacimenti di gas o idrocarburi da estrarre poi a colpo sicuro. Per quanto se ne sa, questo sistema non è adoperato in Europa e tanto meno in Italia. Il rischio sismico diffusissimo dovrebbe metterci ai riparo da questo metodo violento e conveniente (per chi estrae), che in sostanza punta a spaccare il sottosuolo. L’Adriatico è un mare a forte rischio sismico, e ce lo stanno ricordando proprio in questo periodo le frequenti scosse sismiche, una delle quali a largo di Martinsicuro di magnitudine rilevante: 4,2. Da non sottovalutare, anche se a qualcuno piacerebbe farlo.
Ma nell’impellenza di risorse energetiche, si torna a parlare in questi giorni di altri due metodi di indagine geologica: l’air gun e le onde sonore. L’aria compressa, insomma, sparata ad energia e velocità elevatissime, per penetrare nel suolo e riferire ad occhiuti e ben dotati esperti sulle navi cosa c’è sotto. Le onde sonore vengono impiegate più o meno nello stesso modo (sparate) e producono gli stessi risultati. Per non dire dei sonar militari.
Insomma, la terra si può violentare in molti modi: frantumandola, penetrandola con aria o suoni. In ogni caso il ritorno al punto di partenza di tali “proiettili” racconterà agli esperti se e dove esistono giacimenti. Un po’ come funziona anche il radar, che invece di aria o suoni, spara onde elettromagnetiche, che colpiscono l’obiettivo e tornano a raccontare come è fatto in pochi millisecondi. Alla velocità della luce. Una delle invenzioni che favorirono fortemente la vittoria degli inglesi e dei loro alleati nella seconda guerra mondiale.
Ma torniamo ad oggi, mondo in cui la guerra si combatte anche a colpi di idrocarburi. Il problema è che il fracking accentua, secondo alcuni esperti, il rischio di terremoti e frane, mentre aria compressa e suoni possono causare la devastazione delle varie forme di vita marina. Fino a causare vittime illustri, come i cetacei o le tartarughe di mare. O anche esseri ittici più piccoli, ma non meno importanti.
Su questi aspetti del problema si soffermano gli ambientalisti e alcuni studiosi, visto che ci sarebbe il via libera governativo (o starebbe per arrivare) per air gun e sonar in vastissime aree dell’Adriatico centrale, da Ravenna in giù fino al Sud, ovviamente passando davanti all’Abruzzo. Prima no, poi ni, ora sì, più avanti magari altri no e così via. Se l’urgenza di risorse energetiche è incalzante, l’esigenza di preservare il mare e chi lo abita è questione di civiltà, coscienza, previdenza nei confronti di chi verrà dopo di noi. Trattando con la Croazia, che il suo petrolio si prepara comunque a trivellarlo a due passi dalla costa italiana.
Sovrasta tutto questo la perenne, molliccia indecisione della politica italiana, che spesso si annida (o si nasconde ingannando tutti) comodamente tra competenze, norme aggrovigliate, incertezze, corruzione e soprattutto incapacità di prendere posizioni ferme, chiare e definitive.


06 Giugno 2015

Categoria : Attualità
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.