Agricoltura sloggiata dalla Marsica, che incredibile decisione della Regione…
L’Aquila – RIGURGITI DI CAMPANILISMO E DECISIONI PRIVE DI SENSO – FEBBO: IL DISASTRO E’ SERVITO… – Ha sempre meno senso e zero logica, agli occhi dell’intera provincia dell’Aquila, a vocazione agricola, la decisione della Regione si sloggiare da Avezzano gli uffici che su occupano dell’agricoltura per trasferirli armi e bagagli a Pescara. Una pescaresizzazione priva di coerenza, ma soprattutto priva di rispetto per tradizioni che hanno secoli e vocazioni che balzano agli occhi.
Quelli di tutti, trattandosi del Fucino, un’area di coltivazioni importanti e abbondanti da sempre, che anche un politico dovrebbe percepire semplicemente muovendosi nel Fucino. Cosa che, probabilmente, molti politici regionali non hanno mai fatto.
Le prime reazioni, da noi riportate con giusto risalto, si debbono al consigliere regionale Iampieri, al quale si sono uniti nei giorni successivi altri esponenti politici e lo stesso (marsicano) presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio. Poi impegni e promesse di colloqui che lasciano il tempo che trovano: tutti sanno che dai colloqui dopo i danni, non provengono rimedi ai danni causati.
La pescaresizzazione dell’Abruzzo, spogliato e depauperato soprattutto nell’interno, non giova a nessuno e non rappresenta un modello di buona politica. Pescara ha i suoi diritti, le sue dimensioni e la sua conclamata centralità rispetto al resto della regione, nessuno lo nega e nessuno vuole intingere la penna nell’inchiostro nefasto del campanile. Ma sono i comportamenti della Regione a suscitare reazioni e sdegno, caparbi e imposti senza dibattito e senza ascoltare le ragioni degli altri. Dunque, se c’è un rigurgito di campanile – ma speriamo di no – è la politica regionale a provocarlo, con misure e accentramenti inaccettabili. Si cobsolidi e valorizzi ciò che spetta all’Adriatico, ma nessuno pensi di farlo a spese del resto dell’Abruzzo.
Questo modo antiquato e deleterio di agire non sarà tollerato, anche se troppi politici – specie nel PD – fingono di non accorgersene. Ci sarà chi darà loro la sveglia anche alzando la voce. Lo consideriamo, almeno in questo giornale, il nostro ruolo preminente. Un giusto Abruzzo e non un Abruzzo strappato e impoverito a beneficio di talune zone. Se ne convincano coloro che decidono tutto e che si ritengono padroni o, peggio, padrini.
Di padrini ne abbiamo avuti, nei decenni scorsi, ma alla fine la storia dice che produssero benefici per tutto l’Abruzzo, non solo per una parte. E allora si spiega che siano rimpianti.
FEBBO, IL DISASTRO E’ SERVITO… – “Nonostante le nostre sollecitazioni e le proteste dei mesi scorsi, quando abbiamo piu’ volte sottolineato le enormi criticita’ di una riorganizzazione degli uffici dell’agricoltura “barbarica”, la Giunta regionale e’ andata avanti senza sentire ragioni. E oggi leggendo la Delibera, possiamo dire che il disastro e’ servito”. Cosi’ il Presidente della Commissione di Vigilanza Del Consiglio regionale, Mauro Febbo che spiega: “In primis va sottolineato che era stata approvata una Delibera il 5 maggio scorso (la n. 339) mai resa pubblica, un’offesa all’intero Consiglio regionale e un atto di arroganza senza precedenti, per una prima formulazione della struttura poi corretta in corsa, il 27 maggio con la DGR n.403, in seguito alle osservazioni di consiglieri di maggioranza, che avevano avuto la fortuna di conoscerne il contenuto. Il risultato pero’ e’ assolutamente negativo e a dimostrazione delle enormi problematiche che emergono leggendo il documento, dobbiamo registrare le proteste di tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale e in particolare di alcuni esponenti della maggioranza marsicani, come il Presidente Di Pangrazio il quale pero’ farebbe bene a rispettare Regolamento e Statuto ma soprattutto a interessarsi di tutto il territorio regionale che viene colpito da questo sciagurato atto e non solo del suo territorio”.
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