Cultura – Grandi truffe e truffatori


L’Aquila – (di Carlo Di Stanislao) – Domenico Vecchioni, nato ad Atri nel ‘45, diplomatico di lungo corso (ha prestato servizio a Buenos Aires, Bruxelles, Strasburgo e dal 2005 al 2009 è stato ambasciatore italiano a Cuba) è un saggista interessato alle biografie di personaggi celebri che, più recentemente, ha concentrato la sua attenzione sulla storia mondiale dello spionaggio, con particolare riferimento agli agenti segreti più significativi della Seconda guerra mondiale, pubblicando Spie e spy stories della seconda guerra mondiale. Eura Press (2000); Cynthia. La spia che cambiò il corso della seconda guerra mondiale. Prefazione di Francesco Cossiga, Eura Press (2002); Spie della seconda guerra mondiale. Olimpia Editoriale(2004); Le spie del fascismo. Uomini, apparati e operazioni di intelligence nell’Italia del Duce. Olimpia (2005); Spie. Storia degli 007 dall’antichità all’era moderna. Prefazione di Francesco Sidoti, Olimpia (2007); Spie. Storia degli 007 dall’era moderna a oggi. Olimpia (2008). Nel settembre 2009 ha pubblicato “I signori della Truffa”, una divertente ed interessante incursione nel mondo dei raggiri e degli impostori più famosi, un divertente volume di 125, dal modesto costo di 16 euro e 50, con incredibili storie vere di truffe colossali, ordite da straordinari truffatori, raccontate attraverso una serie di vicende che non hanno una catalogazione rigida e consequenziale, ma ciascuna con una sua incredibile autonomia di lettura. Una fitta galleria di abili mistificatori, che hanno fondato le loro fortune sull’incredibile dabbenaggine altrui, come colui che vendette a industriali della siderurgia la Tour Eiffel, da demolire e fondere. Vi sono vicende molto rattristanti (come l’ultima, su Bernard Madoff, il cui fondo d’investimento si è rivelato una voragine che ha inghiottito e fatto scomparire qualcosa come 50 miliardi di dollari) ed altre divertenti, scritte con penna leggera e scorrevole, soprattutto laddove le vittime sono, a loro volta, mancati truffatori. Emblematica la vicenda che ha per protagonisti il mercante d’arte Jean Duvergny e il ricchissimo quanto abile magnate americano Bill O’Neill. Costui, posato lo sguardo su un Utrillo del periodo bianco nella bottega del mercante, viene convinto da Duvergny che quella tela è solo abile contraffazione. Con un sotterfugio e l’aiuto di un complice, il magnate appura che si tratta di tela autentica. Insiste con Duvergny che alla fine cede. Vende ad una somma iperbolica, a condizione che O’Neill sottoscriva un documento che certifica trattarsi di un falso d’autore. Al ritorno il ricco americano è colto da un dubbio: l’Utrillo è davvero autentico? Richiama l’esperto che impallidisce e conferma: questa non è la tela che io ho visto, è solo un’abile copia. Truffato e gabbato, perché la dichiarazione da lui firmata certifica la realtà. Storie di impostura capaci di mettere in evidenza grandi talenti e uomini d’ingegno che in taluni casi hanno trovato la via del successo e fatto sì che il non vero fosse ancor più prezioso dell’originale. Sono i casi di Clifford Irving, autore della falsa autobiografia del celebre aviatore e miliardario Howard Hughes. O, ancora, di Hans Van Meegeren, che gabbò il gerarca nazista Goering rifilandogli una copia da lui dipinta del maestro di Delft, Johannes Vermeer. Alla fine tutti volevano un quadro del pittore che “dipinge come Vermeer” ed erano disposti a pagare qualsiasi cifra. Peccato che Van Meegeren sia morto per infarto poco dopo aver raggiunto il suo scopo. Accanto ai truffatori di genio non mancano gli sprovveduti, come il pittore Lothar Malskat, che ebbe la sventura di riprodurre in un affresco del XIV secolo raffigurante un paradiso terrestre con due tacchini, introdotti in Europa tempo dopo dagli spagnoli, a seguito della scoperta dell’America.


11 Gennaio 2010

Categoria : Cultura
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