Gioielleria, stavolta colpaccio da 200.000 euro: spaccate, rumore, roghi stradali e fuga
L’Aquila – (Foto de Il Centro) – Stavolta è stato davvero un colpaccio, bottino – si dice questa mattina – di qualcosa come 200.000 euro. Valore elevato ma non sorprendente, trattandosi ancora di una gioielleria, quella denominata Isola del Tesoro, ubicata all’interno del centro commerciale di Pile l’Aquilone. Tutto è avvenuto (si sa con una certa precisione grazie ai filmati delle telecamere di sorveglianza) intorno alle 3 e 40 minuti. I banditi, pare cinque, molto ben organizzati, sono entrati sfondando una porta laterale a colpi di “mazzetta”, una sorta di grosso martello molto pesante che si usa in edilizia. Una volta dentro, hanno frantumato tutto e portato via il bottino: gioielli e preziosi arraffati a manate. In tutto, pare, pochi minuti, e poi la fuga lungo un percorso tortuoso e sfondando altre barriere (dunque ancora fracasso), dopo la quale è sparita ogni traccia utile. Le immagini delle telecamere raccontano di individui con il volto coperto, a quanto pare professionisti per nulla preoccupati del forte rumore e del rischio che potesse accorrere qualche vigilante. E avevano ragione. Hanno fatto in tempo a sparire nel buio.
L’operazione è, come in altri casi (ormai numerosi: il centro commerciale è una sorta di far west, quello di Pile come altri, terra di nessuno appena dopo la chiusura) plateale: pneumatici incendiati per ostacolare veicoli delle forze dell’ordine, quindi luce di fuochi e un certo tempo per accenderli, quindi sfondamento di porte, vetrate e serrande (rumore enorme, fracasso nella notte silenziosa, ma non accorre nessuno), sfondamento delle vetrine dentro il negozio, carico della merce e fuga. Suonano forse allarmi e sirene, e accorrono le pattuglie, ma arrivano a cose fatte.
Ci si chiede: a vigilare il centro commerciale c’è qualcuno o no?
I colpi ai danni dei centri commerciali (ma non solo) si ripetono continuamente, sempre più audaci e sempre più impuniti. Non si può fare nulla dopo, ma evidentemente nulla neppure prima. La pessima qualità della vita a L’Aquila non ne guadagna. Paura, senso di impotenza e di ineluttabilità del peggio. Danni, scorrerie di banditi nelle notti pericolose, nelle quali come nel romanzo ottocentesco c’à la “guazza degli assassini”. Ladri e ladroni, nel caso aquilano.
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