Ricci si difende, Bucci contrattacca


Chieti – Assediato da critiche e invettive, come capita sempre in periodo elettorale, a prescindere dai veri contenuti di fatti e azioni, il sindaco Francesco Ricci non ci sta e replica: «Se c’è qualcuno che ha perso una buona occasione per tacere forse è proprio il Consigliere “Enrico” Bucci! Sicuramente a Bucci dà enorme fastidio, proprio ora che lui è fuori dalla maggioranza, che l’Amministrazione da me diretta stia raggiungendo risultati che, fino a qualche anno fa, erano insperati per questa città. . . a cominciare da una programmazione attenta delle opere pubbliche.
Le opere strategiche di cui, in modo inappropriato, si occupa il dottor Bucci sono frutto di un lavoro lungo e attento da parte di tecnici competenti e preparati. La riqualificazione della Villa Comunale è sotto gli occhi di tutti e riceve l’apprezzamento quotidiano di tantissimi cittadini, che non hanno la stessa opinione sull’opera che sembra avere il nostro Consigliere, novello Catone il censore. Il Consigliere Bucci chieda ai bambini e alle famiglie che frequentano ogni giorno il Parco giochi se apprezzano o meno l’opera. Poi, il fatto che il Tunnel pedonale con l’ascensore di Piazza Barbella (opera legata all’ampliamento dei parcheggi del terminal di Via Gran Sasso) risolva i problemi di viabilità del Centro storico, non lo dice il Sindaco Ricci, ma un ampio ed accurato studio, confluito nel Piano urbano della Mobilità, (P. U. M.) approvato dal Consiglio Comunale.
Il P.U.M., come il consigliere Bucci sa, è uno strumento programmatore previsto dalla legge e redatto da un pool di professionisti di altissima qualità.
Infine, mi stimola molto la polemica su Piazza San Giustino il cui rifacimento ha impiegato più tempo del previsto proprio perché si è ritenuto di dover effettuare un concorso di idee internazionale da cui far scaturire una proposta che trovasse il consenso unanime dei cittadini. Al concorso hanno partecipato tecnici qualificatissimi che sicuramente non hanno lo stesso curriculum studiorum del dottor Bucci, (che mi risulta essere biologo) e ha trovato il consenso di tutte le parti sociali, compreso quello delle autorità ecclesiastiche che per prime e con forza hanno reclamato una giusta e sacrosanta riqualificazione della Piazza principale della città; riqualificazione che andrà di pari passo con il rifacimento della parte centrale di Corso Marrucino.
Mi spiace che il Consigliere Bucci non apprezzi, ma è 1 (uno) su 59.000! Ciò che, in ogni caso, mi rassicura di più sul futuro è che le opere che stiamo avviando, con buona pace del Consigliere Bucci, non potranno essere sicuramente più interrotte e ciò anche se i cittadini di Chieti dovessero decidere, nel mese di marzo, che io non debba essere più il loro Sindaco.
Ho fiducia che ciò non avvenga ed auguro anche al dottor Bucci di essere rieletto, perché, in quel caso, lo inviterò a venire all’inaugurazione di queste opere pubbliche che tanto l’appassionano».
(Nella foto il sindaco Francesco Ricci)

RISPOSTA DI BUCCI – Il Consigliere Comunale del Gruppo Misto al Comune di Chieti , Enrico Bucci , ha emesso la seguente nota:
« Di seguito alla isterica e piccata risposta datami a mezzo stampa dal Sindaco Ricci, sento il dover di precisare quanto di seguito, pregando gli organi di informazione, destinatari della presente, di concedermi il necessario spazio nell’ottica del pluralismo informativo e dell’informazione che mai in questi anni è mancato nella nostra città.
Il Sindaco Ricci, per difendersi dalle mie accuse di cattiva gestione di alcuni specifici lavori pubblici (tunnel, villa comunale, San Giustino, etc.) ha usato l’arma dell’offesa, così come ha fatto in altre circostanze con l’ex sindaco di Teramo Gianni Chiodi, oggi Presidente della Giunta Regionale e con l’ex Governatore Giovanni Pace.
Viene da chiedersi dove fosse questa voglia di parlare e replicare negli otto anni che Ricci ha fatto il consigliere comunale di opposizione.
Nessuno, ad onor del vero, può testimoniare questa sua esperienza, tanto è stata grigia ed insignificante e silenziosa la sua azione tra i banchi della minoranza.
Egli dimentica che è diventato sindaco (ovvero è stato scelto alle primarie) non certo per meriti personali e politici, ma solo per essere ignaro strumento di una fortunosa congiuntura determinata dalla faida e dal cannibalismo che ha animato all’epoca delle primarie l’area comunista della coalizione di centro sinistra (fare fuori il compagno Aimola era l’obiettivo).
Egli oggi è sindaco di una coalizione disunita che approva bilanci, rendiconti e deliberazioni importanti per il futuro della città sempre in seconda convocazione e con un numero risicato e cooptato (obbligato a stare in aula) di consiglieri comunali che non fanno certo onore all’attuale maggioranza ed in generale a chi ha ottenuto il voto del popolo per amministrare.
Egli dimentica che è il sindaco del tempo che sta per scadere, e che pezzi importanti della sua stessa coalizione di maggioranza hanno dichiarato di non volerlo ricandidare al governo della città (solo oggi dopo non poche tribolazioni e veti il suo partito s’è detto d’accordo).
All’inizio pensavo di avere un sindaco che fosse “sindaco di tutti”, della città ed anche mio.
Difficile crederlo alla luce della sua condotta politica ed amministrativa e, soprattutto, difficile crederlo visto che alle critiche lui risponde, come ha fatto con me, con disprezzo e protervia, che la parola di chi lo critica non è che quella di uno dei 59mila cittadini, quindi è inutile.
Egli così dimostra d’essere sindaco di parte, che non gradisce la interlocuzione e che ha dimostrato essere tutt’altro rispetto all’uomo della partecipazione e dell’ascolto, insomma, il brav’uomo, che ha detto d’essere nella suo intervento all’incontro avuto oggi con il Vescovo.
Infine, sulle parole (al limite dell’offesa) che il sindaco ha voluto rivolgermi nella sua replica, debbo dire che se è vero che io sono un biologo e quindi, secondo lui, incapace di valutare, altrettanto vero che lui è un medico e, quindi, se io non posso fare il consigliere comunale, lui, trovandosi nella mia stessa condizione “culturale”, non può fare il sindaco.
La verità è che mentre io ho usata la mia cultura professionale (di biologo) per approfondire temi ed argomenti che esulavano da essa, lui si è impigrito, non arricchendo la sua cultura dell’amministrare, per pensare a rincorrere i voti che ogni volta gli mancavano in consiglio, segno eloquente ed evidente della sfiducia che la maggioranza ha da tempo per questo sindaco.
Quanto poi all’avermi appellato quale “novello Catone il censore”, debbo dire che, ahimè, sono solo un consigliere comunale, mai convitato di pietra, ma sempre attento al bene della città, di tutta la città e non di una parte di essa. Se questo per Ricci era il ruolo di “Catone il Censore”, allora, sono Catone, il suo censore, il censore della cattiva amministrazione che lui rappresenta.
A riprova basti vedere l’attività che ho svolto da consigliere comunale in questi anni. I verbali del consiglio lo dimostrano.»


11 Gennaio 2010

Categoria : Politica
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