Grande Guerra, Franco Marini
L’Aquila – “Ancora oggi Papa Francesco dice che una terza guerra mondiale non e’ inimmaginabile, anche perche’ ci sono aperte grandi questioni non chiuse con la prima guerra mondiale, come la crisi del Mediterraneo, la crisi del Medio Oriente, l’instabilita’ dei Balcani”. Lo ha detto il presidente emerito del Senato Franco Marini, presidente del Comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale presso la presidenza del Consiglio, nel corso della Seduta solenne del Consiglio regionale sul tema ‘L’Abruzzo nella Grande Guerra – Centenario dell’entrata in guerra dell’Italia”. “Bisogna capire la guerra – ha aggiunto – la guerra non si celebra, si celebrano i caduti. Capire per poter aspirare alla pace”.
“C’e’ piu’ sensibilita’ per il 24 maggio nelle regioni del Nord perche’ li’ si e’ combattuto, in Veneto, Friuli e Lombardia: le regioni meridionali erano in ritardo, eppure nelle trincee c’erano anche i meridionali, e gli abruzzesi”. Lo ha ricordato Marini, originario di San Pio delle Camere, dicendo che “nelle trincee c’e’ stata l’unita d’Italia, come sostenne Benedetto Croce, l’unita’ sono state anche le lapidi con i caduti italiani scritti sopra. L’Abruzzo è una delle regioni che si sta sensibilizzando sull’importanza e sulla memoria della Prima Guerra Mondiale e come per la Sicilia sto lavorando anche sulla Campania. La Prima guerra e’ stata una rottura della storia, una cosa immensa. La Seconda Guerra Mondiale e’ nata anche da questioni irrisolte lasciate dalla prima”.
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