Tredici arresti, associazione a delinquere
Pescara – Arrestate tredici persone per associazione a delinquere finalizzata alla frode a danno delle assicurazioni, ricettazione, falso . Gli arrestati, italiani e albanesi, devono rispondere anche di spaccio di sostanze stupefacenti.
 La droga veniva pagata in Albania con delle automobili, di cui poi denunciavano falsamente il furto, quindi, cosi’ riuscivano ad ottenere la cocaina ad un prezzo molto basso. Le indagini della squadra mobile di Pescara sono state condotte insieme alla collaborazione della Dia di Firenze. Gli arresti sono stati eseguiti in collaborazione con gli agenti della squadra mobile di Ancona, Verona e L’Aquila. Le ordinanze di custodia cautelare, dodici in carcere e una ai domiciliari, sono state disposte dal gip del tribunale di Pescara, Carla De Matteis, su richiesta del pm, Palo Pompa. L’indagine aveva gia’ portato, da settembre 2008 ad agosto 2009, al sequestro complessivo di circa due chili di cocaina di apprezzabile qualita’, destinata alle regioni abruzzesi e marchigiane, con l’arresto in flagranza di tre corrieri e al sequestro dello stupefacente. Complessivamente, l’operazione ha registrato tra gli indagati 20 persone, di cui 2 albanesi in corso di identificazione, riuscendo ad acquisire prove certe sugli acquirenti della cocaina sequestrata, individuati nel capo di una famiglia rom locale e in un imprenditore del luogo, incaricati entrambi del ritiro e della custodia della cocaina. Le intercettazioni hanno evidenziato che i beni trasferiti in Albania venivano riciclati attraverso le attivita’ commerciali degli indagati che consistevano in villaggi turistici e in autosaloni, dove poi venivano vendute le autovetture consegnate dagli spacciatori pescaresi. Le indagini della Squadra Mobile di Pescara sono state svolte in collaborazione con quelle del Centro Operativo D.i.a. di Firenze, che hanno evidenziato che l’organizzazione criminale reinvestiva i proventi delle attivita’ illecite in un ciclo economico stigmatizzato in piu’ passaggi, dall’iniziale sfruttamento della prostituzione e traffico di stupefacenti sul territorio nazionale all’espatrio in Albania.
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