Del Turco su Mani Pulite e Craxi
L’Aquila – “Io non ho mai voluto fare un collegamento tra la mia vicenda e quello che e’ successo nel ’93. Ma in questi ultimi giorni molti me lo hanno detto: ‘tu sei l’ultimo socialista che conclude la parabola giustizialista iniziata con Mani Pulite’”. A due giorni dalla pubblicazione del rapporto dei Carabinieri del Nas che getta una nuova luce sul ‘caso Abruzzo’ e in occasione del decennale della morte di Bettino Craxi, l’ex governatore abruzzese Ottaviano Del Turco accenna alla sua storia personale. E si sofferma a parlare del leader socialista morto in Tunisia nel 2000. “Non voglio piu’ entrare nella storia dei ‘becchini’” dice Del Turco rispondendo alle domande dell’AGI e riferendosi alle parole pronunciate dallo stesso Craxi che tre anni prima di morire parlo’ di ‘becchini, che hanno contribuito all’affossamento dei loro partiti e alla loro liquidazione’. “Io – aggiunge l’ex governatore abruzzese – ho avuto con Bettino Craxi rapporti buoni, fino alla fine. E voglio ricordare una sola cosa per tutte: la battaglia che Craxi fece da presidente del Consiglio sulla scala mobile, che ritengo sia la cosa piu’ importante che fece da capo del governo. Allora – dice Del Turco – senza l’appoggio della componente socialista della Cgil, della cui minoranza derelitta facevo parte, quell’accordo non sarebbe stato possibile. Io per il ruolo che ricoprivo allora feci il possibile per indurre la Cgil a firmare. Questa e’ la cosa che voglio ricordare – continua – e che mi fa dire di essere a posto con la mia coscienza nei confronti di Craxi”. Del Turco ricorda la “battaglia autonomista” di Craxi e della componente milanese del Psi, erede della tradizione nenniana, all’inizio degli anni ’60. E sottolinea che “noi a Roma, che eravamo sulla stessa linea ma molto piu’ isolati, componemmo una sorta di ‘falange macedone’ che appoggiasse i compagni di Milano di cui Craxi faceva parte. I nostri rapporti iniziano allora – continua – quando era assessore al Comune di Milano e responsabile del partito a Sesto San Giovanni”. “Mi onoro di aver fatto parte di quella storia – aggiunge – e del contributo che da sindacalista ho potuto dare alla battaglia sul taglio costo del lavoro”. Ma Del Turco e’ molto piu’ pessimista sull’eredita’ del craxismo e sulla sinistra italiana. “Non c’e’ nessuna lezione che la sinistra italiana possa trarre”, dice. “Il dramma della sinistra in questo Paese e’ che scopre i meriti e le eredita’ politiche dei socialisti solo dieci anni dopo la loro morte. E’ accaduto con Turati, e’ accaduto con Nenni. E prima o poi accadra’ anche con Craxi”. (Nella foto: Ottaviano Del Turco, piazza Duomo a L’Aquila, 2006)
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