Assediati da frutta spagnola… E l’etossichina?
L’Aquila – (di Homo domesticus) – Perché quest’anno sui banchi dei supermercati grandi e piccoli, in tutto l’Abruzzo, le pere sono scarse nella scelta e, quando le trovi, costano prezzi esagerati? Quelle che compri, se hai appena preso lo stipendio e scegli spese pazze, quasi sempre sono pessime, scure dentro, oppure sfatte, o troppo acerbe?
Il solo modo per avere delle pere accettabili è rivolgersi ai venditori ambulanti pugliesi, che però da qualche tempo – almeno a L’Aquila – si trovano meno facilmente. Loro vendono la frutta a 1,20 al chilo, ma oggi anche a 2 euro al chilo, per le primizie, alla rinfusa. E se ne prendi diversi chili, ti fanno pure lo sconto. Inoltre, la loro merce è apparentemente buona. Ed esibiscono autorizzazioni dei loro comuni.
Saputo questo – ripeto – da qualche tempo i venditori si vedono di meno. Deve essere scattata qualche potente molla per tenerli lontani. I padroni-padrini del mercato hanno rimestato?
Lasciando da parte la carne (anch’essa quasi tutta spagnola o francese) e rimanendo nel campo della frutta, troverai nei supermercati (tutti o quasi) quasi esclusivamente frutta spagnola. C’è scritto, è obbligatorio. I prezzi sono alti, ma c’è qualche offerta speciale. La domanda che mi pongo e pongo a qualche dipendente di centro commerciale: perché la nostra frutta non è presente? Perché dobbiamo acquistare peschenoci spagnole, addirittura nespole spagnole?
Tutto questo rientra nei misteri commerciali italiani, e probabilmente lo scenario è quello impenetrabile e ultrapotente che sovrintende a certi meccanismi, nei quali le nostre autorità , ma soprattutto le organizzazioni tipo Confcommercio non mettono bocca.
Gli stessi meccanismi, forse, in base ai quali non troverai patate o carote del Fucino (raramente qualche sacchetto di patate), o fragole di Francavilla, ma fragole spagnole. Ci risiamo… Eppure, se vai a Francavilla le fragole qualcuno le vende lungo le strade. E i carciofi di Vasto e Cupello? Neppure uno nei supermercati. E l’aglio rosso di Sulmona? Una rarità , te lo puoi scordare. Ma gli agli cinesi li trovi.
Vorresti delle lenticchie di Santo Stefano? Manco a pensarci. Fagioli di Paganica, poi, sono inesistenti. E i ceci di Navelli? Cosa sono, alieni?
Sulla frutta spagnola ho frugato un po’ in Internet. E ho trovato.
I ministeri della Salute e dell’Ambiente hanno annunciato ufficialmente che anche quest’anno non potrà essere usata la molecola «Etossichina» nella fasi di conservazione e trasporto della frutta. Una sostanza tradizionalmente impiegata dagli operatori, su cui prima l’Unione europea, poi i Servizi fitosanitari italiani, negli ultimi anni hanno però sollevato dubbi circa la totale innocuità .
“Bruxelles ha deciso di vietarne l’uso – leggiamo in rete – salvo poi accogliere una richiesta di deroga presentata da Spagna e Portogallo, dove tuttora è possibile ricorrere a questa sostanza. Un parere vincolante che esclude la possibilità di ricorrere anche all’uso eccezionale, e in via temporanea, dell’etossichina”.
Detto questo, spiegano i due ministeri, «la decisione di alcuni Stati come la Spagna, che ha ammesso l’uso del formulato per il trattamento della frutta, escludendo caratteristiche di tossicità , crea un problema di concorrenza sleale per le imprese del Made in Italy e, soprattutto, un pregiudizio per la salute che diventa necessario rimuovere attraverso l’immediata definizione di un percorso comune tra tutti gli Stati membri».
Nel commentare questa decisione, la Coldiretti parla di frutta spagnola «tossica», chiedendo «controlli con il blocco immediato delle importazioni dalla Spagna». Forse la frutta spagnola non è tossica, visto anche l’enorme consumo che se ne fa, trovandosi solo quella in commercio. Ma i consumatori avrebbero diritto a qualche spiegazione. O no?
Prima di tutto, vorrebbero una risposta: in questa frutta iberica tanto presente nei centri commerciali ovunque in Abruzzo, c’è “etossichina” oppure no?
Alla prossima volta.
Un’ultima noticina: parecchi ci hanno chiesto chi è Homo domesticus. Risposta: è uno qualsiasi, uno di voi, che spesso va a fare la spesa e si guarda intorno. Se volete aiutarlo, mandateci segnalazioni e anche foto di qualcosa che nei centri commerciali o nei negozi non va. Specie le scadenze dei prodotti.
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