Se i centri commerciali zoppicano, qualche motivo ci sarà…
L’Aquila – (di Homo domesticus) – Scriverò per questo giornale, che cortesemente mi ospiterà essendo libero da… amicizie pericolose con interessi pubblicitari, degli articoli sul commercio. Riguarderanno centri commerciali delle province dell’Aquila e di Teramo, che conosco e frequento maggiormente.
Molti si chiedono come mai anche la grande distribuzione, quella forza incontenibile che ha messo a tacere (chi sa come, indovina…) la politica ed ha sempre trovato spazi smisurati in Abruzzo, sta zoppicando. Ci sono casi di crisi, licenziamenti, cassa integrazione, segnali poco incoraggianti. Mai avvenuto prima. E allora?
Prima hanno spadroneggiato distruggendo i piccoli negozi, senza freni e senza regole. Abbiamo infatti la più grande concentrazione di grandi distributori di merci di tutta l’Italia centro-meridionale. Un’esagerazione pericolosa, un gigantismo che oggi mostra le crepe.
Ora infatti alcuni traballano e si difendono, spesso molto male, come vedremo. Per ora non faremo nomi di marchi e imprese, ma potremo farli se la situazione non cambierà. Nessuno potrà imporci bavagli legati alle inserzioni pubblicitarie: questo giornale non ne ha e non intende averne.
Grande centro commerciale nel Teramano. Nei banconi una quantità notevole di pancetta in contenitori che parlano di scadenza nelle successive 48 ore. Piccoli ritocchi al ribasso nei prezzi. Le confezioni con una scadenza più lontana sono nascoste dove pochi vanno a cercarle. Cosa ne farà questo negozio di tutta questa merce vicina al ritiro?
Uno si chiede seguendo la logica: perché non la regalano o vendono a prezzi bassissimi ad associazioni caritatevoli? No, loro preferiscono forse gettarla via anziché usarla per beneficenza, come invece avviene in Francia, ormai in forza di una legge. La Regione potrebbe emanare provvedimenti in questo senso? Lo Stato sicuramente sì.
Nelle mense dei poveri i “clienti” sono in aumento ovunque. C’è tanta gente che ha fame, che fruga nei cassonetti. Sarebbe giusto e anche conveniente pensare a loro, visto che lo scarto di alimentari è notevole. Basti pensare al pane, ogni sera.
Altri banconi di vendita. C’è frutta di pessima qualità, spesso quasi marcita, i prezzi sono però sempre alti. Molto prima della chiusura, svogliati addetti cominciano a ritirare cassette di frutta , verdura e ortaggi a cataste. Roba che domani non potrà essere venduta. Già stasera ci sono nugoli di moscerini che volteggiano su alcuni tipi di frutta.
Qualcosa non doveva proprio starci, sui banchi di vendita. Ma chi controlla?
Ancora altri scaffali e banchi di esposizione. Non è difficile incappare in merci scadute, che nessuno però ritira. Roba da chiudere il negozio, se esistesse una sorveglianza. Invece il personale, scarso e stanco, non si vede quasi in giro. Non è difficile capire perché anche la grande distribuzione zoppica e soffre, riduce personale e spegne molte luci inutilmente sprecate per anni fuori e dentro. Fa caldo, ma l’aria condizionata ancora non c’è: si tagliano i costi. Infine, la chicca, ad una delle casse.
Una signora scopre che il contenitore di detersivo scelto perde. La cassiera storce il naso, lo guarda, lo gira e rigira, e poi dice: “Signora, se lo vuole vada a cambiarlo…”. La signora risponde affaticata: “Se lo tenga, e non le lascio il resto della spesa (quasi 100 euro) solo perché non ho voglia di andare da un’altra parte. Ma qui non mi vede più”.
Come vedete, non è che neppure la buona educazione verso i clienti sia a buon mercato…
Alla prossima volta.
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