Vicenda ex Otefal, un giallo alla Christie
L’Aquila – Scrive Alfredo Fegatelli Fiom-CGIL: “Nonostante sia stato dichiarato il fallimento nel 2012, la vicenda ex Otefal continua a riservare continue sorprese. Dopo aver noi scoperto che i leasing non fanno parte del fallimento e aver portato questo dato all’attenzione delle istituzioni e dopo aver appreso dell’esistenza di strutture facenti parte di altre società, oggi siamo di fronte a un altro fatto inatteso. Durante l’insinuazione al passivo, per il recupero del TFR dei lavoratori provenienti dall’ALA è stato necessario seguire un percorso diverso rispetto a quello intrapreso per i lavoratori Otefal; infatti, in seguito a una segnalazione INPS, è stato necessario ricostruire la storia dei lavoratori ALA, scoprendo così che essi avevano ricevuto una lettera con la quale veniva loro comunicato il passaggio dall’ALA alla Otefal.
Dopo i necessari approfondimenti è emerso che tale passaggio non è avvenuto nel rispetto dell’ex art. 47 della legge 428/90, vale a dire che è mancato il dovuto coinvolgimento del sindacato. Vero che il sindacato all’epoca del passaggio non era strutturato nelle aziende, ma questo non poteva esentare l’ALA e la Otefal dal darne comunicazione alle Organizzazioni Sindacali come prevede la legge. Questa grave mancanza non ha consentito alle Organizzazioni Sindacali di poter verificare che tutto fosse svolto in modo corretto e trasparente. A questo punto ci si chiede sulla base di quali criteri sia avvenuta la cessione d’azienda e chi abbia controllato la validità dell’operazione soprattutto in termini di rispetto delle norme che regolano i bilanci societari di cedente e ricevente.
Siamo sicuri che la Curatela avrà analizzato tale situazione e che avrà segnalato tale irregolarità attraverso l’atto previsto dalla legge fallimentare che prevede ”l’azione di responsabilità contro gli amministratori”. Speriamo che tale situazione non crei problemi ai nuovi acquirenti poiché ci sono centinaia di persone in attesa di poter riprendere l’attività lavorativa. Sembra di essere dentro un libro di Agatha Christie. Speriamo che una “bottiglia” metta fine a questa situazione così come accade nel libro “Dieci piccoli indiani”.
Siamo molto preoccupati rispetto alle azioni messe in campo dalla vecchia proprietà. Infatti, ogni volta che c’è interessamento da parte di qualche imprenditore, emergono anche a distanza di anni elementi che compromettono l’operazione. Va assolutamente evitato il rischio che gli imprenditori interessati, dopo una prima fase di entusiasmo, vadano a scontrarsi con un quadro non definito che li induce a mollare tutto pur rimettendoci qualcosa. Non possiamo permettere che questo accada ancora mettendo in difficoltà centinaia di lavoratori. Se anche questa volta si verificherà qualche imprevisto che rischi di far saltare l’operazione, la FIOM si vedrà costretta a coinvolgere la magistratura.
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