L’Aquila inspira ossigeno e riapre gli occhi
Da oggi, come potrete leggere – se vi interessa – nel servizio di cronaca, L’Aquila si rigenera con un corposo progetto culturale voluto dal Comune, e realizzato con tanti volenterosi: è come se tirasse un profondo respiro per darsi ossigeno. Lo fa con una serie di manifestazioni artistiche e culturali al chiuso e all’aperto, per tutti i gusti.
L’amministrazione ha scelto il bello, o almeno quello che da alcuni è ritenuto bello, per riaprire gli occhi. Come una donna disfatta e sbiadita che si trucca, si restaura e tenta di tornare bella. Senza botulino. Seguendo semplicemente le vie della mente e dello spirito, rivolgendosi alle cose che attraggono o suscitano sensazioni, magari critiche e rilievi. Ma sono sintomi di vitalità .
Le mummie non pensano, non dicono, non criticano, non parlano, non ricevono o danno energia. Le anime dei re egizi dalla mummia nella piramide, lungo cunicoli puntati verso il cielo, trasmigravano dal Duat verso Orione, Sirio, le Iadi. Da tempo, invece, qui le mummie sono solo mummie, e la polvere scende su rovine e incompiute, ladronerie e infiltrazioni malavitose. Ma soprattutto su sterili chiacchiere ispirate da appetiti di potere.
Il Comune ha rigenerato, o almeno ci prova, sentimenti e sensazioni in città e nei dintorni. Ha proposto arte e cultura, invece di risse e polemiche masochistiche. L’autolesionismo ha fatto più danni del terremoto. Se ne esce solo usando la testa, a patto che se ne abbia una. Il che non è dimostrato. E’ solo pacatamente auspicabile.
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