Una scuola nel cuore della città
UN MOSTRUOSO AGGLOMERATO DI TUBI E COSTRIZIONI -
di GIANFRANCO GIUSTIZIERI -
L’Aquila – Il 2 maggio la basilica di San Bernardino, in un tripudio di folla, si è mostrata in tutto il suo rinnovato splendore. E’ stato un momento indimenticabile che rimarrà per sempre segnato nel calendario del tempo: gli occhi, la mente e il cuore dei cittadini hanno potuto rivedere la loro chiesa con il santo senese tornato nella dimora aquilana fortemente voluta.
Ma nell’ammirare l’imponente facciata lo sguardo indirizzato a sinistra coglie una indecorosa bruttura che testimonia ancora la violenza fatta dalla natura e dall’uomo in uno dei siti più belli nel cuore della città.
Un agglomerato mostruoso di tubi, incatenamenti e costrizioni varie avviluppa e sorregge un altro dei simboli più conosciuti e amati dell’Aquila: la storica sede della scuola elementare “Edmondo De Amicis”. E’ un’offesa visiva che permane, una ferita sanguinante non rimarginata, una ricostruzione più volte annunciata e sempre rimandata, una storia tutta italiana o se si preferisce aquilana, gare d’appalto, ricorsi, arresti, assegnazioni, promesse: all’inizio dell’estate 2015, forse, chissà … E sulla facciata campeggia ancora il grande striscione, 21 giugno 2009, per ricordare il concerto tenuto a Milano in favore della raccolta fondi per la scuola. Non compaiono ma conosciamo i nomi: Fiorella Mannoia, Laura Pausini, Gianna Nannini, Giorgia e tanti altri.
La piazza San Bernardino si presenta in un unico flash con un duplice giudizio: magnifico/orribile, rinascita/non si sa!
Non solo il mancato avvio dei lavori: un’ incuria sovrana regna tra i due segmenti del perimetro che delimita l’edificio racchiuso nei lati minori. Via San Giovanni da Capestrano: reti da cantiere divelte e accartocciate, recinzioni rosse strappate e ammucchiate, sporcizia sparsa, erbacce fiorite da un ex selciato; via San Giovanni della Marca ostruita a qualsiasi visione. Due vie con due nomi importanti, due santi, un’unica storia in una simbiosi di fede e di cultura.
Richiamano avvenimenti incancellabili della storia aquilana in un breve spazio di tempo. Dapprima l’avvio per la costruzione dell’Ospedale Maggiore “San Salvatore”, fino al suo completamento nel 1457 e nel 1451 la bolla di papa Nicolò V per l’autorizzazione a costruire la nuova chiesa in onore del frate senese.
Assistenza e fede nello stesso luogo, nel cuore della città! Così ideò e volle Giovanni da Capestrano, così Giacomo della Marca nel porre le prime pietre per la basilica bernardiniana.
Ancora storia e memoria nell’edificio ospedaliero con diversi cambi di destinazione d’uso: spazio teatrale a metà del ‘600, scuola medica, dispensario militare e infine nel 1909 la definitiva utilizzazione come scuola primaria, luogo di riferimento, di crescita, di apprendimento, di socializzazione per migliaia di aquilani. E un libro “Una scuola nel cuore della città” nel 2001 per le edizioni Marcello Ferri, curato da quattro docenti dello stesso Istituto con le vicende, i nomi, le caratterizzazioni, le foto nel corso del tempo. Poi la notte del sisma … e tutto si ferma.
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