Il 16 settembre Bertolaso davanti al giudice dell’udienza preliminare
L’Aquila – Dopo anni di attesa, il prossimo 16 settembre ci sarà il passaggio fondamentale della vicenda giudiziaria che vede coinvolto Guido Bertolaso e numerose vittime del comportamento precedente al terremoto dell’Aquila da parte della Protezione Civile Nazionale ed in particolare del suo vertice.
Nella giornata di oggi le parti civili hanno ricevuto l’avviso di fissazione di udienza preliminare (art. 419 1° comma c.p.p.) da parte del Tribunale dell’Aquila oltre alla richiesta di rinvio a giudizio della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello dell’Aquila. Nel rinvio a giudizio i fatti contestati a Bertolaso Guido sono molto gravi.
Si fa riferimento alla morte delle persone riconosciute vittime, secondo il concetto penale della causalità , dalla sentenza di primo grado del Tribunale dell’Aquila riferita alla cosiddetta Commissione Grandi Rischi e dalla successiva sentenza di secondo grado della Corte di Appello dell’Aquila che ha concentrato ogni responsabilità sulla Protezione Civile Nazionale nella persona di De Bernardinis escludendo la responsabilità diretta e penale degli scienziati sulla base del fatto che quella che ci fu all’Aquila non era una riunione della CGR bensì una perlustrazione della stessa.
Decisione della Corte di Appello impugnata da molti avvocati presso la Cassazione dal punto di vista penale ma che dal punto di vista morale non ha sicuramente prosciolto nessuno dei partecipanti alla “perlustrazione”.
In particolare, l’Avvocato Generale della Corte di Appello dell’Aquila, dott. Romolo Como e il Sostituto Procuratore Generale dott. Domenico Castellani, firmatari della richiesta di rinvio a giudizio, contestano a Bertolaso Guido il reato di cui agli articoli 113, 589 commi 1 e 4 del codice penale e quindi l’omicidio colposo plurimo in quanto nell’intento di contrastare degli allarmismi per la previsione di un grave evento sismico, nel clima di diffusa preoccupazione della popolazione della città dell’Aquila per il susseguirsi, fin dall’ottobre 2008, di scosse sismiche anche di media intensità , e sempre con il fine di correggere, perché esageratamente ottimistico, un comunicato diffuso dalla Protezione Civile della Regione Abruzzo in data 30 marzo 2009, convoca di sua iniziativa una riunione irrituale della Commissione Grandi Rischi, per mettere a tacere le suddette voci, per proporre e discutere la tesi scientificamente inesatta secondo la quale il continuo sciame sismico avrebbe avuto un effetto positivo sullo scarico di energia evitando una scossa più forte e preannunciando detta riunione come operazione mediatica per rassicurare la popolazione inducendo gli scienziati presenti alla riunione a percorrere questo tracciato di contenuti non scientifici, nonché i rappresentanti politici locali e gli organi di informazione a fare da cassa di risonanza a tali contenuti concordati che hanno indotto le povere vittime a non avere la naturale tensione e l’istintivo comportamento di lasciare le proprie abitazioni in occasione delle due forti scosse del quarto grado del 5 aprile, precedenti la scossa devastante delle 3 e 32.
L’imputato Bertolaso Guido potrà rinunciare all’udienza preliminare del 16 settembre solo chiedendo il giudizio immediato e solo in occasione dell’udienza preliminare potrà accedere ad eventuali riti alternativi previsti dal codice penale.
Insomma, gli aquilani e gli italiani sono arrivati al punto critico di sapere, dopo lunghi anni e dopo estenuanti battaglie da parte di uno sparuto gruppo di parenti delle vittime, lasciati per la verità soli con i loro avvocati davanti ad un esercito di avvocati dello stato di altissimo livello, se, oltre a quanto appurato per Berardo De Bernardinis, gli aquilani e molti studenti fuori sede, morti o sopravvissuti, furono vittime del comportamento spregiudicato di alcuni uomini ai vertici della Protezione Civile Nazionale che studiarono a tavolino l’operazione mediatica volta a rassicurare senza motivi utili, scientifici e legali la stessa popolazione aquilana.
Se ciò fosse appurato nell’eventuale processo deciso il 16 settembre, ci troveremmo di fronte alla pagina più nera della storia della Protezione Civile Nazionale ovattata e insabbiata da tanti e forse troppi silenzi istituzionali oltre alla già nota triste vicenda delle persone che più di tutti hanno subito errori e irritualità istituzionali e cioè le vittime per le quali non ci sarà nessun processo e nessun appello.
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