Il 150/mo nella nascita di F. Rossi
Paganica – Scrive Raffaele Alloggia: “Francesco Rossi nacque a Paganica il 4 dicembre 1865, militare di carriera, durante la prima Guerra Mondiale, divenuto comandante del reggimento “Piemonte Reale Cavalleria”, durante la ritirata seguita alla battaglia di Caporetto, ebbe l’ordine di proteggere il ripiegamento del XIII Corpo d’armata, al quale il suo reggimento apparteneva, morì eroicamente nella notte del 9 novembre 1917.
Nel 1919, dopo la sua morte, il fratello Beniamino incaricò il Tenente Colonnello Salvatore de Paulis di pubblicare le poche lettere del Colonnello, scritte alla famiglia. In una di queste (1901) sua madre gli aveva mandato un pacco di salumi ed egli scriveva al fratello : – Ricevetti quasi contemporaneamente la tua lettera e il pacco di mamma, il quale oltre al piacere reale recatomi per il suo contenuto, mi ha procurato anche un piacere riflesso maggiore dell’altro, perché mi ha ricordato un certo speciale odore di votarelle,(cantine umide) e, associata a quell’odore, si è presentata l’immagine della buona mamma che si raggirava per prepararmi quegli squisitissimi salami. Cara donna Amalia! Se ti avessi avuta qui insieme al pacco, ti avrei dato uno di quegli abbracci che sollevano di peso; uno di quegli abbracci da buon figliuolo di 36 anni circa, col cuore di 20.-
In un’altra lettera :- Ho un mese di licenza da sfruttare prima del 31 dicembre prossimo e voglio sorbirmelo tutto intero centellinando, nelle lunghe e fredde serate di fine novembre e i primi di dicembre, goccetto a goccetto qualche bicchiere del nostro buon vino, con le stampelle beatamente allungate nel fuoco magistrale architettato dal maestro fuochista di casa nostra (il padre). Il mio pensiero è già nel maestoso orizzonte di Paganica, vedo laggiù il monte di Bagno,indietro l’eccelsa cima del Gran Sasso nostro. I viventi, immersi nel sonno, sono inconsciamente trascinati, dal tempo che trascorre inesorabile, verso i morti che giacciono spolpati in San Giustino (cimitero).-
Nel mese di luglio riceve da suo fratello la notizia che l’amatissimo padre è gravemente malato e che, data la sua avanzata età, corre pericolo di vita. Il Colonnello Francesco Rossi rimane scosso , ma non si muove. Risponde:- Puoi immaginare quanto dolore mi abbiano dato le notizie poco buone sulla salute del nostro povero papà. Vorrei accorrere presso il suo letto e aiutarlo come le altre volte; ma non è possibile. Nel momento attuale le licenze sono sospese e bisogna “predicare con l’esempio”.- In condizioni normali della mia vita non sarei certo rimasto lontano; ma ora non è proprio possibile allontanarsi da qui. Il cannone del nemico che si sente quasi giornalmente più o meno lontano, è una calamita che inchioda sul posto tutti i cuori.
E’ nelle dolorose giornate di Caporetto in cui il Colonnello si rivelò in tutta la sua sublime grandezza. Dal racconto del suo Cappellano di Reggimento trovatosi sul posto, parole pronunciate da lui in una chiesa del fronte durante l’ufficio funebre celebrato in memoria del compianto Colonnello. –
Durante la ritirata dell’ottobre-novembre scorso, Comandante di Piemonte Reale dall’Isonzo al Tagliamento, e, dal Tagliamento al Piave, della Retroguardia de XIII Corpo D’Armata (composta del 2° Gruppo di Piemonte Reale (2° e 4° Squadrone); di un battaglione bersaglieri; di un reparto arditi; di 3 camion con mitragliatrici e saltuariamente di nuove unità di fanteria lo abbiamo ammirato, come si può ammirare un grande, lo abbiamo venerato, come si venera un purissimo eroe – ! E’ in quei momenti supremi di tragedia, in cui le ipocrisie sociali e le convenzioni mondane scompaiono di fronte al terrificante spettacolo della morte; è allora specialmente che noi abbiamo potuto intravedere quali tesori di bontà e di generosità nascondeva il cuore del Colonnello Rossi, in quella tragica notte del 9 novembre 1917!
Il 16 agosto 1918 fu insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria. La salma fu riportata a Paganica nel settembre del 1924 e con solenni onoranze fu tumulata provvisoriamente in un sarcofago nell’interno della basilica di san Giustino.
Nel mese di giugno del 1939 per iniziativa dell’Opera Nazionale Combattenti dell’Aquila, le sue spoglie furono onorate con un nuovo sepolcro scavato nella roccia che sovrasta il Santuario della Madonna d’Appari. La lapide marmorea, recante la motivazione è tenuta saldamente ancorata alla roccia da quattro borchie di bronzo.
La targa fu inaugurata da Costanzo Ciano Presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, alla presenza del segretario del Partito Nazionale Fascista Adelchi Serena aquilano, migliaia i cittadini paganichesi e non solo, asserragliati nelle rocce e nei pochi spazi disponibili in quel luogo incomparabile.
Successivamente in memoria del Colonnello gli fu intitolata la Scuola Elementare di Paganica, quella che era Via Salita delle Prigioni per un tratto di strada dove lui nacque, divenne Via Francesco Rossi e la Caserma degli Alpini all’Aquila, dove nei decenni scorsi sono passati migliaia degli alpini che tra pochi giorni torneranno in occasione dell’adunata nazionale del corpo, insieme ai tanti che ci sono stati vicini nel terremoto del 6 aprile 2009.
Nel novembre 1968 in occasione del 50° anniversario della fine della Grande Guerra, noi giovani di allora potemmo ammirare con stupore, vista la disagevole posizione della targa a ricordo due alpini scalatori, Giovanni Rossi e Domenico Alessandri, alla deposizione della corona d’alloro!
In occasione del 1° centenario della Grande Guerra, ampio spazio l’anno scorso è stato dedicato al Colonnello Francesco Rossi, nei locali dell’Archivio di Stato dell’Aquila, la mostra articolata in più sezioni tematiche aveva lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale della memoria storica e far conoscere le testimonianze della Grande Guerra (lettere, cartoline, manifesti, giornali d’epoca) conservati nell’Archivio della nostra Città.
Paganica Giugno 1939- Costanzo Ciano Presidente inaugurazione targa (archivio A. R.)
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