Frutta, la rivoluzione arriva dalle Puglie
L’Aquila – E’ finito il capestro dei prezzi altissimi della frutta e della verdura, imposti come da un cartello impenetrabile in tutti i negozi e i centri commerciali. Se almeno questi ultimi ogni tanto si lavano la coscienza con qualche striminzita offerta speciale (quasi sempre di ridotta qualità ), altri punti vendita costringono i consumatori a subire esagerazioni commerciali davvero sfrontate.
Naturalmente, sono scelte sciocche: la risposta dei consumatori è una forte, spesso verticale diminuzione di consumi. E con la frutta è un disastro: quella che avanza sui banchi va a male e va tolta di mezzo. Allora, chi è lo sciocco?
Perché è finito il capestro?
Molti aquilani, che ce lo hanno segnalato, hanno la risposta. E’ sui camion che arrivano dalla Puglia e portano frutta a 1,20 al chilo. Un solo prezzo per ogni tipo di frutta. Direte: sai che cosa c’è sotto… Proprio niente: sono ditte autorizzate dai loro comuni di residenza (si presume da quelli in cui vanno a vendere, peraltro abili e gentili, sempre disponibili persino allo sconto e all’arrotondamento. Ma, udite udite, la frutta è buona. Fresca e di qualità rispettabile. Viene rilasciato lo scontrino con nome della ditta e residenza. Magari all’occhio esperto potrebbe apparire qualcosa di poco chiaro, ma al consumatore non serve altro. Frutta buona, a scelta, e alla fine una decina di chili costano poco più di 10 euro. Anche con omaggio, se sei cliente fedele…
Come facciano questi venditori ad arrivare con carichi freschi ogni mattina da località distanti anche più di 300 km, lo sanno soltanto loro. I consumatori, invece, sanno che nei negozi i carciofi sono stati venduti a pezzo e a peso d’oro, spesso di pessima qualità , e addirittura gli agli (non di Sulmona) a 80 centesimi al pezzo. Cioè un aglio.
Risulta che in alcuni centri commerciali (non solo a L’Aquila) viene offerta frutta cattiva: arance cartonate, mele pessime, kiwi spesso semimarciti. Oppure frutta accettabile, ma a prezzi altissimi, fino a 2,80 per le mele, o anche più. Irrisolto uno dei misteri più oscuri della materia oscura: come possa un prodotto che arriva dalla Spagna, o anche da molto più lontano, costare di meno di un prodotto italiano. Ma questi enigmi appartengono al commercio.
Meno male che ci sono i pugliesi con il loro 1,20 al chilo: guadagnano molto meno al pezzo, ma in serata hanno vuotato il camion, e quindi hanno guadagnano parecchio di più di chi tiene i prezzi alti e non vende quasi nulla.
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