TUA, forse a spese dei meno fortunati?
Secondo i sindacati, per quel che si sente da alcuni loro esponenti, la creazione dell’azienda di trasporti pubblici unificati in Abruzzo – dall’evocativo acronimo di TUA – comporterà per la sola provincia aquilana il taglio di 700.000 km di collegamenti. Se così sarà , non potremo parlare di sforbiciata, ma di tsunami.
La TUA è nata, finora, solo per la politica e per chi l’ha trionfalmente annunciata. Vedremo come funzionerà quando sarà realmente operativa.
Vedremo se è vero, o no, che è stata “inventata” solo per salvare le rovine dell’ARPA. Vedremo se manterrà gli occupati o ne licenzierà alcuni. Come i sindacati temono. Al momento non pare che il nuovo ente (non chiamiamolo, almeno per ora, carrozzone) venga al mondo con un obiettivo preminente e chiaro: servire bene, anzi meglio, gli utenti. Specie nelle zone svantaggiate.
La provincia dell’Aquila lo è al 100×100 del suo territorio, pieno di paesini e frazioni abitate da anziani e vecchi senza auto e senza famiglia. Il buonsenso vorrebbe che questa gente, sempre più emarginata, isolata, privata di servizi e presìdi dello Stato, disponesse almeno di un trasporto pubblico economico ed efficiente.
Invece, la prima cosa che si sente dire è che taglieranno 700.000 km di trasporto pubblico. Allora potevamo benissimo tenerci l’ARPA e la sua flotta di catorci color azzurraccio, magari abbassando gli stipendi a tutti i dipendenti e ai loro dirigenti. E magari licenziandone qualcuno. Invece, così come vuole fare la TUA (che sembra in verità SUA), ad essere licenziati saranno gli ultimi eroi che vivono nei paesini abruzzesi. Ma forse non è vero niente, i sindacati vaneggiano… Noi siamo preoccupati comunque: spesso la Regione ci fa paura.
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