Il “divo Bernardino” è nella città che amò


L’Aquila – Prove di massima confusione, stasera, per il rientro delle spoglie di San Bernardino da Siena nella sua città, la urbs Aquila, come è scritto in caratteri romani sulla facciata risplendente di luce e di pulizia. Il “divo Bernardino” è nella basilica a lui dedicata, monumento di bellezza tanto conclamata e appariscente da lasciare a bocca aperta i tanti turisti giunti in città, che pazientemente hanno atteso al Sole ore, insieme con centinaia di aquilani oranti e ansiosi. Ma anche stanchi e delusi di dover attendere fuori ben oltre le ore 17 indicate sui manifesti giganti apparsi sui alcuni muri. Tra tanti alpini, quelli locali e di altre località, che hanno indossato fieri il loro cappello e hanno scortato il santo ritornante.
Purtroppo, parcheggi stracolmi anche a grande distanza dalla basilica, e uno zelo organizzatore culminato con l’andirivieni di un camion con a bordo due gabinetti chimici rossi, su e giù davanti alla facciata. Inspiegabile, senza voler pensare a male, che la chiesa fosse piena di gente dalle ore 16, mentre ai comuni mortali veniva impedito di entrare fino a ben oltre le 18. Le solite brutte pagine in una giornata che sicuramente sarà sui libri di storia. La basilica è stupenda, oltre ogni immaginazione, dentro e fuori, e il suo recupero può essere preso a modello di sapienza e cultura storico-monumentale. La notte aggiunge lo straordinario spettacolo dell’ illuminazione della facciata e siamo ben oltre quanto chiunque potesse augurarsi e auspicare.
I frati ricordano che Bernardino il senese amò così tanto la città aquilana, da volervi riposare per sempre. Oggi ammirando la sua chiesa l’amerebbe ancora di più.

L’OMELIA DEL VESCOVO – Ecco alcuni brani dell’omelia del vescovo mons. Petrocchi: “E’ un evento che riveste un profondo significato: religioso e civile. Si tratta della prima chiesa monumentale che viene restituita al culto dopo il terremoto dei 2009. Il magnifico restauro ci ridona questo capolavoro architettonico: più bello e meglio valorizzato di prima. E sono proprio questi due avverbi: “più” e “meglio” a rappresentare la sigla spirituale e culturale di tale evento.
Infatti, andando “oltre” il perimetro del passato e protendendosi verso un futuro, che si vuole “ottimizzato”, la Comunità aquilana – sostenuta dalla solidarietà dell’intera nazione – sta rispondendo, con creatività e indomita tenacia, alla sfida del terremoto.
Questa splendida basilica, risorta dalle macerie, annuncia che, ancora una volta, qui a L’Aquila, la vita trionfa sulla morte: non solo perché la sconfigge, ma ancora di più, perché la rende occasione di una vita più grande. La risurrezione, infatti, è lo “scacco matto” che la vita infligge alla morte, perché non solo ne spezza il dominio, ma la rende sua serva. La morte, così orgogliosa della sua potenza distruttiva, promuove la vita: povera morte, c’è da dire!
Vi confido che, durante la processione di ingresso, mi sembrava che al suono festoso delle campane di questa basilica, facesse eco il “concerto d’anima” delle campane che risuonavano nel cuore degli aquilani e di tutti coloro che amano questa Città. E’ un evento memorabile e un giorno di giubilo, oggi!”.


02 Maggio 2015

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.