Economia, L’Aquila fanalino di coda in Abruzzo


L’Aquila – GROTTESCO CHE LA CRISI RIGUARDI SOPRATTUTTO I LAVORATORI DELL’EDILIZIA – Oggi in occasione del 1 maggio alcuni sindacalisti hanno divulgato i dati economici più aggiornati, basati su quanto reso noto dall’ISTAT, secondo i quali L’Aquila e la sua provincia sono il fanalino di coda in Abruzzo con “picchi” negativi davvero impressionanti. Nei dati spesso si legge ciò che si mette in evidenza, o ciò che qualcuno vuole che dicano.
Infatti, i dati diffusi dal sindacato appaiono stridenti con quelli di qualche tempo fa, secondo i quali L’Aquila avrebbe perso in un anno 17.000 posti di lavoro, ma avrebbe il reddito procapite più elevato in Abruzzo. Difficile spiegare come possano coesistere informazioni che appaiono contrastanti e – per i più – incomprensibili. Per cui ci si rifugia in ciò che diceva Trilussa delle statistiche… Se io ho un pollo e tu niente, per la statistica abbiamo mezzo pollo a testa. Ma uno mangia e l’altro no.
Per stare ai dati più significativi commentati oggi, festa del lavoro, in provincia dell’Aquila la disoccupazione è al 14% (più alta rispetto alla media nazionale, quindi), mentre è in netta perdita l’occupazione giovanile. Ciò che stupisce (ma inutilmente viene ripetuto dai giornali da mesi) è che solo il 40% degli occupati nell’edilizia è residente nel territorio. Insomma, gli occupati o vengono da fuori o sono stranieri. Ed ecco che nella città del più grande cantiere d’Europa, soffre proprio l’edilzia.
Potremmo estendere il discorso alle imprese (lavorano sempre le stesse, le più grandi e potenti e non le minori). Al commercio: i centri vendita di materiale edilizio sono piovuti in città da tutta Italia.
Il cementificio di Cagnano Amiterno è in difficoltà, eppure di cemento ne occorrono migliaia di tonnellate… Da dove viene? I progetti sono affidati a centinaia solo ai maggiori e più importanti professionisti: quelli che non hanno… santi in paradiso (neppure tra i maggiorenti della loro stessa categoria) prendono niente o le briciole. Si potrebbero citare i nomi di professionisti che hanno due o trecento progetti da portare a termine.
E così via. Tutto fa concludere che la situazione è quanto meno malsana e oberata da interrogativi senza risposta.


01 Maggio 2015

Categoria : Economia
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