Dragaggio, burocratichese e politichese


Pescara – L’agenzia regionale ARTA dice la sua, nel grande scenario dei ritardi per il dragaggio del porto canale, e anche del porto turistico, che, di fatto, è ancora non solo incerto, ma anche lontano. Oggi l’ARTA (sicuramente in base alle sue buone ragioni) scrive: “In riferimento alle notizie di stampa sul dragaggio del porto turistico di Pescara, secondo le quali il Direttore del “Marina di Pescara” Bruno Sartori starebbe aspettando «il via libera dell’Arta» per avviare le operazioni di approfondimento dei fondali, la Direzione Arta fornisce alcuni chiarimenti.
Innanzitutto, l’Agenzia non è «incaricata» di effettuare le analisi, che il “Marina di Pescara” ha affidato ad un laboratorio privato, bensì è tenuta a fare le verifiche di validazione dei risultati di parte.
A tal fine, nonostante lo scarsissimo tempo di preavviso con cui il “Marina” ha dato comunicazione dell’avvio dei lavori, l’Agenzia ha presenziato ai campionamenti, accantonando gli altri impegni istituzionali in corso proprio nella consapevolezza dell’urgenza dell’operazione, e ha immediatamente avviato le analisi di propria competenza, portandole a conclusione nei tempi tecnici più brevi conseguibili.
Per poter effettuare la validazione delle analisi commissionate al privato, Arta deve invece poter disporre dei risultati di parte, che ad oggi non sono ancora pervenuti.
Nessun ritardo è pertanto imputabile all’Arta, pronta alla validazione fin dal 24 aprile scorso (7 giorni dopo l’acquisizione dei campioni!), mentre al contrario è l’Arta a lamentare ritardi nella fornitura degli esiti analitici di parte, senza i quali non può emettere alcuna validazione che consentirebbe l’avvio del dragaggio”.
(Ndr) – In perfetto e immarcescibile stile burocratese-politichese anni Sessanta (o anche prima), viene spiegato chi è competente e chi non lo è, chi deve e chi non deve, ovvero i retroscena che sono la vera causa di ritardi che hanno arrecato danni irreparabili a Pescara. E ora anche al porto turistico, a quanto pare.
Adesso sì che possiamo dormire tranquilli: sappiamo di più, assaporiamo competenze e validazioni, esiti analitici e così via. Che delizioso sapore di scartoffie e timbri…
Un linguaggio da Ottocento che appartiene ancora in pieno alla burocrazia. Così come è perfettamente coerente con il disastro inflitto a Pescara il ritardo di qualcuno che doveva fare qualcosa e non l’ha fatta. E magari ora tenta di scaricare barili o incolpare altri.
L’impressione, fondata, è che in tanti stiano giocando con il fuoco, nella pericolosa quanto scandalosa vicenda del dragaggio. E che siano tanto poco dotati di cervello, da non capire con quale pericoloso ordigno esplosivo stiano gingillandosi da anni.


27 Aprile 2015

Categoria : Cronaca
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