Tragedia Nepal (2): l’India spinge l’Asia


L’Aquila – (di G.Col.) – (Foto: i monumenti crollati in Nepal e una carta del paese con l’area colpita) – UN AQUILANO A KATHMANDU, E’ SANO E SALVO – Il terribile terremoto nel Nepal (a metà giornata i morti sembrano oltre 600, ma sicuramente il loro numero aumenterà) ha suscitato curiosità e impressione in tutto il mondo, ma in particolare in zone come la nostra che con il terremoto convivono da sempre e ne conoscono drammaticamente gli effetti. Negli ultimi giorni, poi, una serie di scosse – forti a Forlì – ha riportato in superficie ansie e sensazioni opprimenti. Per motivi assolutamente infondati molti in Abruzzo temono che le scosse a Forlì siano in qualche modo “parenti” delle scosse in Abruzzo, e nulla riesce a scalzare questa convinzione, benché sia semplicemente illogica.
Il terremoto nel Nepal (le scosse sono decine e si susseguono, la più forte ha raggiunto la magnitudine 7,9 Richter) non è paragonabile neppure lontanamente a quello aquilano, che ebbe magnitudine locale 5,8 e magnitudine momento 6,3. Complessivamente, e fino a questa mattina inoltrata, ci sono stati 80-90 secondi di scosse molto forti.
Tra i un grado e il successivo della scala Richter la forza del sisma aumenta di centinaia di volte. Quello nepalese è dunque un evento catastrofico tra i più forti mai avvenuti: la scala Richter è aperta, non ha limiti prefissati, e il più forte terremoto della storia si ebbe in Cile con ml 8,9. Nulla esclude che se ne possano avere di più violenti.
Il sisma ha colpito la capitale Kathmandu, 1,5 milioni di abitanti nell’area metropolitana. Ipocentro molto superficiale, quindi forza maggiore in superficie per le onde sismiche.
Il Nepal, ma anche i paesi vicini, il Tibet, la Cina, l’India e il Pakistan, sono fortemente sismogenetici lungo la catena montuosa dell’Himalaya. Il sisma di oggi ha colpito il cuore del corrugamento, non lontano dalla vetta più alta del mondo, l’Everest, quasi 9.000 metri. Impressionante rispetto ai 3.000 del nostro Gran Sasso, che ci sembrano tanti. I terremoti molto forti nella zona ci sono sempre stati, raramente però di violenza tanto esasperata. Tutto nasce, per semplificare, dall’urto continuo delle zolle: quella indiana contrapposta a quella asiatica. La prima spinge verso nord e si insinua sotto l’altra per subsidenza. Questo ha causato 60 milioni di anni fa la formazione dell’enorme catena montuosa dell’Himalaya con le vette più alte del mondo. La spinta reciproca tra le zolle continua sempre e spesso causa terremoti apocalittici, di una violenza e di una estensione impensabili in Europa. Le faglie sono lunghissime e sottoposte a tensioni estese, che ne causano periodicamente la frattura. Con eventi simili a quello di oggi.
Per avere un’idea di come “si muove” la superficie della Terra, ricordiamo che la placca o zolla africana con una sorta di corno o protuberanza si spinge fino all’Italia del Nord-Est. Il profilo di tale protuberanza corrisponde grosso modo al mare Adriatico dal Gargano al Friuli. Ecco che l’Africa spinge con questo corno la zolla euroasiatica. La spinta dell’area adriatica ha generato la catena dell’Appennino e i monti dell’ex Jugoslavia. L’Adriatico continua a spingere e lo farà sempre: ecco spiegati i terremoti italiani tra Appennino e versante est dell’Italia.
Da FACEBOOK si ‘ appreso che un aquilano, l’avvocato Francesco Quadruccio, è a Kathmandu, sano e salvo, ma bloccato nella zona del sisma. Dovrebbero esserci in una città vicina anche altri italiani, ma le notizie sono contraddittorie. Quadruccio avrebbe tentato di contattare il consolato italiano, che tuttavia sarebbe risultato chiuso.


25 Aprile 2015

Categoria : Scienze
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