Ricostruzione, adesso tutti dicano qualcosa


Giovanni Lolli ha annunciato il 20 aprile che è partito il confronto sul testo della legge per la ricostruzione. Dovrà essere scritta partendo dalla bozza Legnini, completata, adeguata, modificata, adattata e modellata. Non è che una ricostruzione avvenga tutti i giorni. E’ arrivato il momento dei contributi sensati, assennati, motivati. Per chi è capace di darne.
Equivale a dire a chi alza la voce e alza polvere solo per colpire gli avversari politici, non per contribuire alla riedificazione collettiva, che ognuno dovrà dare il suo contributo, metterci la faccia. In una landa desolata e diruta come il centro dell’Aquila e tanti altri comuni bisogna darsi da fare per produrre risultati, non per costruirsi carriere bisunte e spocchiose sgomitando. Berlusconi dovrebbe servire da esempio: mentre i migranti muoiono a migliaia, inghiottiti da un mare atroce abitato da Leviatani, ha detto: “Collaboriamo, non è tempo di contrapporsi”. Saggezza dettata dall’età? Forse maturità di un vecchio leader, tardiva se vogliamo. E percezione delle reali urgenze, che valgono la sopravvivenza.
Sei anni li abbiamo buttati via, non lo dimentichi nessuno. Strappati alla vita, estirpati come denti guasti. Abbiamo perso una città, tante vite, tante identità, un passato e un presente. Chi pensa che sia ancora tempo di strepitare e indugiare in sclerotiche diatribe, è fuori. Out, per gli inglesisti a tutti i costi.



20 Aprile 2015

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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