Migranti: in albergo imparano le lingue
L’Aquila – C’E’ CHI PROPONE DI FAR LAVORARE I PROFUGHI OSPITATI – Al problema dei migranti africani giunti in Italia bisogna abituarsi. Spesso più che un problema è una epica tragedia, come dimostra quanto avvenuto oggi nel Mediterraneo, dove potrebbero aver perso la vita 700 persone. E sono proprio le notizie che giungono per televisione ad attirare oggi l’attenzione di chi ha trovato rifugio in Abruzzo, mentre altri profughi stanno arrivando o arriveranno. La maggior parte dei profughi non conosce l’italiano, non comprende ciò che sente in tv, ma vede le immagini.
Una delle esigenze, quindi, è preparare rapidamente corsi semplici ed elementari di lingua italiana. Negli altri paesi europei, del resto, chi arriva e vuole restare, deve prima di tutto imparare la lingua, oltre che elementi di leggi e regole da rispettare. Capirsi e capire è la prima esigenza, dopo aver salvato delle vite.
Per contribuire ad una sorta di integrazione nel tessuto sociale, nell’albergo di Montesilvano che ospita una trentina di persone oltre a vitto e alloggio, agli africano vengono impartite lezioni di italiano e di inglese. Tutto compreso nei 35 euro al giorno che lo Stato paga (meglio dire pagherà ) all’albergatore. Il deputato abruzzese Razzi ha lanciato questa mattina nel tg3 Rai una proposta: sono qui, facciamoli lavorare, la loro giornata è vuota da mattina a sera. Forse gradirebbero anche loro essere occupati. In fondo, ci costano 35 euro al giorno… Più tutti gli altri costi, ai quali nessuno vuol badare, trattandosi di operazioni umanitarie.
L’idea non dispiace, anzi diciamo che molti sarebbero d’accordo. Lavori socialmente utili. Lavori che altri non vogliono o non possono svolgere. Nel gruppo di Montesilvano, del resto, ci sono uomini giovani e ormai anche rifocillati: potrebbero lavorare, una volta accertate, come si spera sia stato già fatto, le loro condizioni di salute.
Pare avviata a soluzione a Chieti la vicenda degli immigrati che debbono essere ospitati: come ha chiesto il sindaco, lo saranno, ma non negli Istituti Riuniti.
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